Campi boe a Capo Caccia, ambientalisti contro il progetto

Ambientalisti contro il progetto del campo boe a Capo Caccia.

Le associazioni ambientaliste sono sul piede di guerra contro il progetto a Capo Caccia di campi boe per yacht, in piena area marina protetta. Sette Associazioni: Italia Nostra, Lipu, SardegnAmbiente, Punta Giglio Libera-Ridiamo Vita al Parco, Earth Gardeners, Parco NordOvest Sardegna, Sardenya i Llibertat, avevano presentato, in data 5 settembre, all’Assessorato regionale alla difesa dell’ambiente una formale richiesta di sospensione del procedimento di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) avviato per il progetto.

Gli ambientalisti, che peraltro avevano chiesto l’intervento del sindaco e dell’amministrazione comunale di Alghero, hanno comunicato che oltre al completamento della documentazione è stata ottenuta la proroga di trenta giorni per la presentazione delle osservazioni.

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Le stesse avevano fatto presente l’incompletezza della documentazione pubblicata: ”figurava solo lo Studio di VIncA, allegato 06 del Progetto di fattibilità tecnica ed economica – assolutamente insufficiente, rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente, per un’organica valutazione degli interventi e per le osservazioni dei cittadini e dei portatori d’interessi”, scrivono in una nota.

”Improvvisamente, il giorno successivo – fanno sapere le associazioni – si sono materializzate, nello stesso sito regionale, sei carte e mappe delle aree di localizzazione dei campi ormeggi, otto elaborati tecnici del Progetto (tra relazioni generali e particolari, quadro economico, computo metrico, domande di concessioni demaniali marittime e di anticipata occupazione degli specchi acquei), e ben quindici tavole planimetriche delle zone degli interventi: un’ampia documentazione di cui – si fa osservare – non è mai apparsa traccia nei siti ufficiali sia dell’Area Marina Protetta sia del Parco di Porto Conte”.

Il progetto prevede la realizzazione di nuovi campi boe nell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana, due dei quali, all’interno della baia di Porto Conte, con ormeggi per grandi yacht da 40, 70 e 100 metri di lunghezza. Dall’analisi delle tabelle del Progetto di fattibilità risulta che è previsto il posizionamento di ulteriori 125 punti di ormeggio che farebbero così salire a 216 il numero di boe che sarebbero operative alla fine degli interventi.

”Questo effetto cumulativo aumenterebbe a dismisura il carico antropico in una zona delicatissima, in assenza non solo del Piano di gestione dell’Area Marina Protetta ma anche e soprattutto di uno studio appropriato sul livello del traffico nautico esistente e sostenibile all’interno della rada”, hanno spiegato gli ambientalisti.

”Altre aree marine protette hanno rifiutato questo tipo di progetti, che rischiano di essere controproducenti e non coerenti con le finalità di protezione e salvaguardia dell’ambiente – hanno detto le associazioni -. Ancora una volta la direzione del Parco di Porto Conte ha avallato il progetto in assoluta autoreferenzialità, senza pubblicizzarlo, senza informare il territorio, senza dare adeguata motivazione della sua eventuale utilità, sacrificando ad altri scopi la primaria finalità del parco: la difesa dell’ambiente. Ha commissionato il progetto e non lo ha neanche pubblicato nella sezione “amministrazione trasparente” del proprio sito, suscitando il disappunto per questa condotta di diversi consiglieri comunali ed esponenti politici algheresi”.

”Di fatto dietro l’obiettivo dichiarato della protezione della posidonia (in realtà nell’area del Parco il divieto di ancoraggio sulla posidonia è già in vigore) emerge, ancora una volta – hanno aggiunto -. lo sconcertante tentativo di accrescere a dismisura, anziché contenere, la pressione balneare e il traffico nautico spingendo, in realtà, oltre ogni limite l’incremento di un turismo aggressivo che non è compatibile con i delicati equilibri ambientali della Zona Speciale di Conservazione della baia di Porto Conte e dell’intera Area Marina Protetta”.

Sarebbe meglio utilizzare i fondi a disposizione del Parco per monitorare e proteggere la posidonia nel resto del Golfo di Alghero, per esempio organizzando un sistema efficace per lo stazionamento in rada delle navi da crociera e degli yacht di grandi dimensioni – hanno spiegato -. Ma davvero possiamo accettare che la baia di Porto Conte assuma le caratteristiche di un grande porto di traffico e di stazionamento di natanti con fitti assembramenti d’imbarcazioni in ogni sua insenatura? Ci sono 30 giorni per presentare all’Assessorato, contributi, pareri e osservazioni: auspichiamo che partecipino in molti, singoli cittadini, associazioni, portatori d’interessi”.

”È mai possibile che la città di Alghero continui ad estraniarsi dal governo del Parco Naturale fino al punto di rinunciare a far sentire la propria voce sulle scelte strategiche che riguardano la salvaguardia e il futuro del suo territorio, del suo mare e perfino dei suoi beni naturali e paesaggistici vincolati e più pregiati?”, hanno concluso le associazioni.

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