I due blogger erano braccati per il video sulla pesca abusiva di cernie nell’Area marina protetta
Porto e aeroporti li stavano aspettando: non c’era via di scampo per i due blogger che avevano pescato cernie nell’Area marina di Capo Caccia. Forze dell’ordine e tutti gli enti coinvolti hanno collaborato per chiudere il cerchio intorno a loro e non hanno avuto altra scelta che costituirsi. Per i due protagonisti della vicenda è arrivata una denuncia col sequestro dell’attrezzatura da pesca. Altri provvedimenti potrebbero arrivare per il ristoratore di Alghero che acquistato il pescato tanto fresco quanto illegale.
La pesca abusiva a capo Caccia
I due giovani sono arrivati in Sardegna con un furgoncino e hanno deciso di pubblicare su TikTok un video-diario della loro vacanza, ma sono inciampati subito. Il loro video, poi rimosso, mostrava quanto fossero ignari della serie di errori che stavano commettendo. La voglia di condividere tutto li ha portati a mostrarsi mentre pescavano cernie in un tratto di costa dell’area marina protetta di Capo Caccia. Il punto dove immergersi era stato indicato loro da “un ragazzo del posto”, come spiegato nel video, ma il pescatore indigeno potrebbe aver omesso un dettaglio: che lì fosse proibito pescare.
La vendita delle cernie ad Alghero
Dopo aver provato a vendere le tre cernie, nove chili di pescato, sono riusciti a trovare un acquirente. Tre ristoratori di Alghero non hanno accettato quel pesce non tracciato, ma un quarto li ha pagati 140 euro per poi darglielo a cena. I comandanti delle autorità marittime coinvolte nell’operazione sottolineano “il comportamento virtuoso di quegli operatori del settore della ristorazione che hanno scelto di non assecondare l’ulteriore attività illegale”.
La caccia all’uomo
Su indicazione della Procura di Sassari, l’Ufficio circondariale marittimo di Alghero e la Capitaneria di porto di Porto Torres, in collaborazione col Corpo forestale di Alghero hanno avviato la caccia all’uomo. “Una volta acquisita la certezza della loro presenza sull’Isola – si legge in una nota -, gli hub portuali e aeroportuali sono stati allertati, così come le compagnie aeree di navigazione. Accompagnati da un genitore, però, i due hanno deciso di costituirsi. “I militari dell’Ufficio circondariale Marittimo di Alghero, insieme al personale della Base Navale del Corpo Forestale di Alghero – si legge -, hanno proceduto con gli atti di rito. Denunciando i giovani protagonisti e ponendo sotto sequestro l’attrezzatura utilizzata per la pesca illegale”.