L’economia nel comprensorio di Capo Caccia.
L’attività subacquea è certamente uno dei settori strategici del turismo in Sardegna e forse, proprio per questo, dovrebbe essere curato, incentivato e coccolato. Esattamente come fanno gli altoatesini con lo sci e, da qualche anno, anche con le attività outdoor (trekking, bike, e-bike, arrampicata e tanto altro) in primavera-estate. Invece in Sardegna, Caraibi d’Italia e del Mediterraneo, sembra che il nostro comparto rappresenti quasi un fastidio. Eppure i numeri dicono tutt’altro: ogni anno decine di migliaia di subacquei con capacità alto spendenti raggiungono la nostra bella Isola per vivere mari meravigliosi, una natura incontaminata e attrazioni uniche.
L’indotto è di svariati milioni di euro all’anno, prodotti e reinvestiti in Sardegna. Tra le attrazioni uniche c’è senza dubbio Capo Caccia, un patrimonio riconosciuto Unesco che abbiamo solo noi, che ogni anno è meta di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo e che va vissuto. Si badi bene, vissuto. Non congelato senza che nessuno abbia possibilità di fruirne. Come centri diving del comprensorio di Alghero – Capo Caccia riuniti in Assodiving Riviera del Corallo dobbiamo riconoscere che da qualche anno a questa parte la musica è cambiata: il Direttore del Parco di Porto Conte e gestore dell’Area Marina Protetta, il dottor Mariano Mariani, ha finalmente lavorato affinché i criteri della salvaguardia naturalistica dialogassero e tenessero in debita considerazione il lavoro degli operatori subacquei. Che, è bene precisarlo, hanno il prioritario interesse a preservare l’ambiente naturale e marino poiché rappresenta il principale motivo dei clienti a visitare questa zona.
Molto utili e appropriati, dunque, gli interventi promossi dall’Amp per il posizionamento di boe per l’attracco dei natanti diving autorizzati presso i punti d’immersione della costa. E ottimi anche gli interventi di messa in sicurezza delle falesie e dei percorsi a Punta Giglio. L’auspicio di tutti i diving che operano nell’area è che si prosegua sulla strada del miglioramento sostenibile, proprio per mettere in condizioni gli operatori da un lato e i turisti dall’altra di fruire nel migliore dei modi delle due aree parco.