Il GrIG denuncia la scomparsa di una colonia di gabbiani a Punta Giglio.
A Punta Giglio, ad Alghero, è sparito il gabbiano corso. La denuncia viene dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), contro il progetto intitolato “Lavori di mitigazione del rischio frana in falesia Punta Giglio nel Comune di Alghero”, finanziati con 512.995,51 euro.
“Nell’arco di un breve periodo è sparita la colonia nidificante del Gabbiano corso, di rilevante interesse naturalistico per la Sardegna e il Mediterraneo”, denunciano gli ambientalisti -. Un fatto gravissimo, dovuto con elevata probabilità all’aumento della pressione antropica: nonostante ciò non si ritiene quantomeno di effettuare un’approfondita procedura di valutazione di incidenza ambientale in presenza di un’ulteriore e non richiesta antropizzazione del sito naturalistico”.
L’ultima rilevazione.
“Con nota dell’8 settembre 2023, L’Ispra afferma che, in base agli ultimi monitoraggi disponibili, lungo la falesia di Punta Giglio sono stati verificati n. 12 nidi di Marangone dal Ciuffo (con area monitorata al 50%), n. 65 di Rondone pallido, n. 30 di Gabbiano reale, n. 2 di Rondine montana, n. 30 di Piccione selvatico, mentre “per berta maggiore e berta minore non si dispone di stime affidabili … e per gabbiano corso non vi sono stati insediamenti negli ultimi anni”.
”Solo poco tempo l’I.S.P.R.A. certificava (parere prot. n. 14824 del 25 marzo 2021) “la presenza di avifauna marina e costiera, che rende le falesie di Punta Giglio un comprensorio particolarmente significativo entro la ZPS di Capo Caccia nonché nel contesto nazionale e mediterraneo”, fra cui la presenza del Gabbiano corso L. audouinii“ (una colonia …. unica nell’ambito della ZPS e di tutto il tratto costiero dal Sinis a Stintino)”, del Marangone dal ciuffo P. aristotelis, del Falco pellegrino F. peregrinus, nonché la nidificazione della Berta maggiore Calonectris diomedea.
“Il rischio che lavori non certo indispensabili possano provocare danni a siti di nidificazione di specie avifaunistiche di primaria importanza è decisamente alto e il principio di precauzione – dicono gli ambientalisti del GrIG – nonché le procedure di valutazione degli impatti sull’ambiente dovrebbero costituire un necessario vaglio molto puntuale e severo”.
”Ma il compito di un ente gestore di un’area naturale protetta è in primo luogo salvaguardare i valori naturalistici del sito o favorire il turismo nautico? – concludono -. Come noto, l’intera area costiera di Porto Conte, compresa Punta Giglio, rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale. Rientra, inoltre, inoltre, nella zona di protezione speciale – ZPS ITB013044 “Capo Caccia” e nel sito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica”.