Manifesti anti aborto ad Alghero e in Sardegna: il caso finisce in Parlamento

L’interrogazione sui manifesti anti aborto in Sardegna.

Non si placa la polemica sui manifesti e i camion vela anti aborto comparsi ad Alghero e in Sardegna e noleggiati dall’associazione cattolica Provita & Famiglia Onlus. Nel cartellone pubblicitario una giovane ragazza tiene in mano un cartello con scritto: “Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta #stopaborto”.

La deputata algherese del Movimento 5 stelle Paola Deiana ha presentato un’interrogazione ai ministri per chiedere “quali interventi, anche di carattere normativo, intendano assumere al fine di regolamentare le campagne di sensibilizzazione di cui in premessa, per prevenire il ripetersi di episodi potenzialmente offensivi per la donna”.

“Come ho già denunciato, si tratta di un messaggio violento, attraverso il quale l’interruzione volontaria di gravidanza viene paragonata a un omicidio e le donne a delle assassine – spiega Paola Deiana. Oltre al fatto che lede nello specifico la sensibilità di quelle donne che hanno affrontato la difficile scelta di un aborto. Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione al Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia e al Ministro della salute”.

“Non è la prima volta che l’associazione Provita & Famiglia Onlus utilizza questi tipi messaggi assolutamente inaccettabili – ricorda la deputata – e oggi in Italia la donna può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dal 1978 questo intervento è regolamentato dalla legge 22 maggio 1978, ottenuta dopo anni di battaglie femministe”.

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