La Regione sul futuro dell’Asinara: “Alberghi, ostello e un Master plan”

L’assessora all’Ambiente, Rosanna Laconi, spiega i progetti della Regione per l’Asinara

Un Master plan con un concorso internazionale di idee per tutelare e valorizzare ambiente, cultura, storia e turismo: è il progetto della Regione per l’Asinara. L’assessora regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, presentato il progetto alla commissione Governo del territorio del Consiglio regionale. Il Master plan, ha spiegato, serve per individuare quali siano i possibili utilizzi delle strutture, non solo ai fini turistici. L’assessora ha anche spiegato che l’idea è quella di aprire al contributo dei privati, anche perché sono in programma la realizzazione di un albergo diffuso, un albergo con 15 camere e un ostello.

Con il concorso di idee, ha detto Laconi, “vogliamo raggiungere i migliori architetti e studiosi per avere dei suggerimenti e realizzare un Master plan per la rinascita dell’Isola dell’Asinara”. Il progetto sarà condiviso con Consiglio, Comune di Porto Torres e Parco. “Non posso negare – ha detto Laconi, che ha sottolineato la carenza di personale – che in questi anni ci sia stato un rallentamento, anzi un abbandono, della gestione di questa agenzia e di tutto il patrimonio. Noi stiamo cercando di riavviare tutti i processi”, anche mettendo ordine nelle concessioni.

160 immobili all’Asinara

Per Laconi l’Isola di Asinara “non è soltanto una meta turistica”, ma è anche un esempio di natura incontaminata, che va tutelata e studiata, oltre ad essere un simbolo della memoria con i due poli “della giustizia e dell’antigiustizia” rappresentati, rispettivamente, dalla casa Falcone e Borsellino, e dal carcere.
Attualmente, ha spiegato Maria Elena Dessì, direttrice esecutiva dell’Agenzia conservatoria delle coste della Sardegna, all’Asinara i problemi più importanti sono legati all’approvvigionamento idrico e allo smaltimento delle acque reflue, ma anche alla viabilità. L’Isola ha una superficie di 52 chilometri quadrati e può contare su circa 160 immobili, dislocati in diverse zone che corrispondono alle vecchie diramazioni carcerarie. Ci sono, ha spiegato, dei conglomerati di immobili di grosse dimensioni, che comprendono sia le carceri sia gli alloggi e le caserme degli agenti, e sono necessari “investimenti corposi” per il loro restauro e per creare le infrastrutture.

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