L’accordo sui rifiuti a Castelsardo.
Più soldi per le casse comunali di Castelsardo, a fronte di una migliore raccolta differenziata, e maggiori quantità di rifiuti biodegradabili da trasformare in compost, che contribuirà a donare salute ai terreni agricoli e a contrastare i cambiamenti climatici. Sono molti i vantaggi derivanti dalla convenzione firmata tra il Comune di Castelsardo e Biorepack, consorzio nazionale del sistema Conai per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile, che devono essere conferiti insieme all’umido.
Castelsardo è stato tra i primi Comuni in Sardegna (ad oggi solo 53) ad aver attivato la convenzione con Biorepack. “Dopo aver approvato, solo nell’ultimo anno, il progetto di recupero delle terre da spazzamento stradale, grazie alla convenzione stipulata fra l’amministrazione comunale e la Tecnocasic di Capoterra ed aver installato il primo eco-compattatore comunale Coripet dell’isola, per la raccolta selettiva ed il riciclo di bottiglie in pet, Castelsardo continua a mettere in atto ogni iniziativa utile a valorizzare le frazioni recuperabili provenienti dalla raccolta differenziata cittadina”, afferma il sindaco Antonio Maria Capula.
In base all’accordo siglato con Biorepack, il Comune di Castelsardo garantirà la gestione dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile insieme alla frazione umida, dalla raccolta differenziata fino al riciclo organico, il compostaggio, in linea con la normativa nazionale che prevede l’obbligatorietà della raccolta differenziata dell’umido urbano insieme alle bioplastiche compostabili. “Nello specifico, la convenzione sottoscritta prevede che il Comune di Castelsardo promuova la raccolta differenziata della bioplastica compostabile assieme alla frazione umida e favorisca la riduzione dei materiali estranei, non compostabili – chiarisce l’assessore alle Politiche Ambientali Roberto Fiori – A fronte di questo impegno il Consorzio Biorepack riconoscerà dei corrispettivi economici attraverso un sistema premiale. Più elevata sarà la qualità della frazione umida raccolta e maggiori saranno i corrispettivi riconosciuti dal Consorzio“.
Fondamentale sarà il ruolo attivo dei cittadini: dovranno infatti porre la massima attenzione a non raccogliere nell’umido rifiuti non compostabili, in particolare la plastica tradizionale. In questo modo Biorepack potrà riconoscere al Comune il massimo dei corrispettivi sulle bioplastiche compostabili, ovvero fino a circa 250 euro a tonnellata.
“Questo sistema di corrispettivi a scalare è essenziale per incentivare una raccolta della frazione umida di maggiore qualità possibile” spiega Marco Versari, presidente di Biorepack. “In questo senso, ricordiamo di usare sempre i sacchi in bioplastica compostabile, come le buste della spesa o i sacchetti frutta e verdura, per raccogliere la frazione organica. È anche grazie a questi strumenti che l’Italia è diventato il Paese europeo che raccoglie più frazione organica. Per aumentare ancora queste percentuali di raccolta, insieme all’umido possono essere conferiti anche gli imballaggi alimentari, le cialde del caffè e le stoviglie purché realizzati in bioplastica compostabile certificata, su cui sono riportati gli appositi marchi“.
L’aumento di rifiuti organici correttamente trattati sottrae materiali allo smaltimento in discarica o nell’inceneritore e produce compost, un concime naturale, di contro ai fertilizzanti sintetici, che “restituisce” sostanza organica ai terreni. A giovarsene non sono solo le piante e la produttività agricola (che, al contrario, in presenza di suoli degradati sta pericolosamente diminuendo), ma anche la lotta al cambiamento climatico contro il riscaldamento globale. La sostanza organica, infatti, è costituita essenzialmente di carbonio che viene immagazzinato nei terreni, migliorando la fertilità, anziché introdotto in atmosfera sotto forma di CO2, una delle principali cause dell’effetto serra. I suoli sono il secondo più grande magazzino di carbonio nel Pianeta dopo gli oceani. Più carbonio nel terreno significa quindi meno CO2 in atmosfera.