Abbanoa, dalle ferie forzate per i dipendenti alle bollette mai arrivate

Il duro attacco della capogruppo del M5s Manca.

“I dipendenti sprovvisti di collegamento a internet o di personal computer sono stati messi in ferie d’ufficio. È questa l’idea di applicazione dello smart working adottata da Abbanoa. Ebbene – sottolinea la capogruppo del m5s Desirè Manca – se tante piccole e medie aziende di tutta la Sardegna sono riuscite a tutelare i lavoratori e a dotarsi delle apparecchiature necessarie all’attivazione di una modalità di lavoro agile da svolgersi a domicilio, il Gestore unico del servizio idrico della Sardegna, secondo quanto denunciato dalle sigle sindacali, avrebbe invece optato per le ferie forzate. Imposte per alcuni giorni alla settimana anche ai dipendenti provvisti di PC e che avrebbero potuto serenamente proseguire il lavoro nelle proprie abitazioni”.

Questa è soltanto una delle problematiche denunciate dalla capogruppo del m5s Desirè Manca in due interrogazioni attraverso le quali l’esponente dei Cinque Stelle ha chiesto all’assessore ai Lavori Pubblici e al Presidente Solinas di vigilare sull’operato di Abbanoa emerso in questo difficile momento di crisi legata all’epidemia da coronavirus.

“Il  31 marzo scorso, inoltre – continua Desirè Manca – Abbanoa ha comunicato che per far fronte all’emergenza Covid avrebbe sospeso alcune attività non indispensabili e fatto massimo ricorso allo smart working. La realtà dei fatti è però del tutto diversa: il lavoro a domicilio non è stato consentito a tutti i dipendenti e svariate centinaia di lavoratori, secondo i piani aziendali, verranno presto messi in cassa integrazione. Ma, come evidenziato dai sindacati, Abbanoa non ha considerato che le attività ritenute non fondamentali potrebbero essere sostituite dalla mole di lavoro arretrato, pertanto mi rivolgo all’assessore ai Lavori Pubblici per sapere se le azioni intraprese da Abbanoa siano legittime e se non ritenga opportuno impartire all’azienda specifiche direttive per il reimpiego del personale non operativo”.

La seconda problematica portata da Desirè Manca all’attenzione del Consiglio riguarda la gestione dei contratti di appalto stipulati da Abbanoa con le ditte incaricate del recapito delle fatture e dei solleciti di pagamento.

“Siamo di fronte a una situazione vergognosa: la decisione di affidare il servizio di consegna delle fatture e soprattutto il servizio di notifica dei solleciti per il pagamento delle bollette a una piccola società anziché alle Poste Italiane, ritenendola pienamente idonea all’esecuzione dell’appalto, si è rivelata del tutto fallimentare. Oltre alla violazione della privacy degli utenti è infatti accaduto che molti cittadini siano stati costretti a recarsi in altri Comuni per poter ritirare i solleciti di pagamento. Possiamo soltanto immaginare a quali difficoltà siano state esposte le persone anziane e quelle che non possiedono un’auto. Per quanto riguarda la violazione della privacy, solo per fare alcuni esempi, sappiamo che per il Comune di Cagliari il ritiro era previsto presso caffetterie o centri di assistenza elettronica, a Olbia in un negozio di informatica, a Nuraminis e in altri piccoli centri presso la pizzeria o il bar del paese, sotto gli occhi di tutti”.

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