I dati sulla parità di genere a Sassari.
Il raggiungimento della parità di genere in provincia di Sassari è ancora un percorso pieno di ostacoli e c’è un notevole ritardo, soprattutto riguardo ai diritti riproduttivi e per la bassa partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Tuttavia, si registrano alcuni miglioramenti rispetto ad altre zone del Mezzogiorno e della Sardegna.
Occupazione femminile e servizi per l’infanzia.
La Sardegna è tra le regioni con meno donne che lavorano. Con il 52,4%, l’Isola è sotto la media nazionale (56,5%) per l’occupazione femminile. Tuttavia, il divario di genere con gli uomini (di 15 punti inferiore) è meno marcato rispetto al dato nazionale (oltre il 20%), così come il gender pay gap (0,6 euro). Nell’Isola preoccupa il ricorso elevato al part time da parte delle donne (23,4%), dove l’Isola è seconda in Italia dopo la Sicilia.
L’occupazione femminile a Sassari è più alta della media ragionale, ma è ancora inferiore a molte regioni in Italia. Lavora soltanto il 61,2% delle donne, superando la media italiana, ma ben sotto la media europea. Leggermente più bassa la partecipazione delle donne al mercato di lavoro nella vicina Alghero (57,2%). In alcuni piccoli paesi il tasso occupazionale femminile è ancora più basso, come, ad esempio, Semestene, che registra solo il 35,7% di donne nel mercato del lavoro.
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Sennori e Romana
Ciò determina che ci sono ancora tante famiglie monoreddito con figli piccoli. A Sennori, ad esempio, il 26,4% delle famiglie con almeno un bambino sotto i 6 anni vive con un solo reddito, con una maggiore difficoltà per le donne nel conciliare lavoro e responsabilità familiari.
A Sassari, il divario occupazionale di genere è cresciuto, salendo in un anno a circa 10,1 punti percentuali rispetto agli uomini, seppur sia inferiore rispetto alla media regionale. Molti comuni del Sassarese presentano divari occupazionali superiori alle altre province sarde e in certi piccoli paesi il gap è elevato: a Romana, ad esempio, il 78,3% di uomini occupati contro il 52,4% di donne, corrispondente a un gap del 25,9%.
L’accesso al mercato del lavoro per le donne a Sassari è influenzato dalla disponibilità di servizi per l’infanzia. A Sassari, il numero degli asili nido è aumentato ed è superiore alla media nazionale. Nel 2021, la città ha registrato 61,5 posti ogni 100 bambini sotto i 3 anni. Tuttavia, in alcuni comuni dell’entroterra, come Sennori, non sono presenti asili nido. Anche la presenza di strutture per la prima infanzia condiziona la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Percorso universitario.
Le giovani donne della provincia di Sassari tendono ad essere più istruite dei ragazzi che vivono nello stesso territorio. Tuttavia, le studentesse continuano ad essere ad essere poco numerose nelle lauree Stem, che offrono un vantaggio occupazionale e retributivo. Nelle ultime prove Invalsi, le studentesse di terza media a Sassari hanno registrato un divario di 3,6 punti rispetto ai compagni maschi nelle materie scientifiche con un miglioramento rispetto ai 9,3 punti del 2022. Nel 2023 la provincia era fanalino di coda in Italia per risultati scolastici delle ragazze nella matematica.
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All’Università di Sassari il numero delle laureate Stem è significativamente più basso rispetto alle donne che hanno studiato a Cagliari: solo il 9,62% delle laureate ha conseguito titoli in discipline STEM, mentre all’Università di Cagliari la percentuale è del 21,2%. Questi dati evidenziano come, nonostante i miglioramenti nelle competenze matematiche delle studentesse sassaresi, persista un ritardo elevato nella scelta di percorsi di laurea nelle discipline STEM rispetto ad altre regioni.
Violenza di genere.
La violenza di genere a Sassari è un problema in aumento e colpisce le donne di tutte le età, anche le bambine. In provincia sono in aumento abusi sessuali e femminicidi: in cinque anni sono state uccise circa 6 donne. Le vittime più note sono Michela Fiori, uccisa nel 2018 dal marito a Alghero e Zdenka Krejcikova, uccisa dall’ex compagno in un bar a Sorso nel 2020.
Nel 2022 si è registrato un raddoppio delle denunce per violenze come stalking e “revenge porn” a Sassari, rispetto all’anno precedente. Nel 2024, si sono verificati 45 arresti per reati previsti dal “codice rosso”, un aumento rispetto ai 32 dell’anno precedente. La violenza contro le donne rappresenta una delle più gravi violazioni dei diritti umani e uno degli ostacoli al raggiungimento della parità di genere.
Le donne sassaresi negli ultimi anni sono più disposte a denunciare, ma la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro limita l’autodeterminazione delle donne anche nel percorso di uscita da una relazione violenta. Inoltre, sono ancora presenti alcuni ostacoli culturali, come l’essere colpevolizzate o non credute, situazioni che scoraggiano le donne a rivolgersi alle autorità. Anche la presenza dei centri antiviolenza nel territorio limitata in rapporto al numero degli abitanti influisce sul silenzio e sull’aumento dei casi.
Diritti riproduttivi.
La parità di genere passa anche attraverso il riconoscimento e la protezione dei diritti riproduttivi, poiché gli ostacoli all’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, alla contraccezione e al parto sicuro limitano la libertà sessuale e riproduttiva delle donne e, dunque, l’equità di genere.
Questi ostacoli violano anche il diritto fondamentale alla salute, creando un forte divario tra uomini e donne nell’accesso alla sanità. In presenza di tali barriere, diventa più difficile per le donne decidere se essere madri o meno e di accedere alle cure necessarie, rispetto agli uomini.
A Sassari, l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è ostacolato dall’alto numero di obiettori di coscienza. Secondo i dati del 2021, al Policlinico di Sassari, è obiettore il 71% dei ginecologi e il 30% degli anestesisti, rendendo difficile l’applicazione della legge 194. Situazioni simili si riscontrano ad Alghero, dove il 62% dei ginecologi e il 50% degli anestesisti è obiettore. Nel presidio catalano il dato è ancora più drammatico perché qui le donne che scelgono (o sono costrette) di partorire non hanno assistenza medica, poiché il punto nascita è ancora chiuso. Ciò costringe le donne, anche con gravidanze a rischio, a fare viaggi verso altri presidi.
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Attacchi all’aborto
Nel 2021, proprio ad Alghero, ci furono parecchie polemiche riguardo ad attacchi all’aborto, attraverso manifesti pro-life. Il caso era finito in Parlamento. Il clima è molto teso, ma c’è una rete di consultori più capillare e un maggiore attivismo rispetto ad altri territori. Nel maggio 2024, a Sassari si è svolto un sit-in in difesa dei consultori familiari pubblici e della legge 194/78.
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Le statistiche mostrano che la maggior parte delle donne che ricorrono all’IVG a Sassari sono adulte: il 45,4% ha tra i 30 e i 39 anni, mentre il 34,8% ha tra i 20 e i 29 anni. Inoltre, il 70% delle donne che richiedono l’IVG sono nubili e, spesso, abortiscono per mancanza di supporto dal partner, una percentuale superiore alla media nazionale del 59,7%.
Per quanto riguarda la prevenzione delle gravidanze indesiderate, la Sardegna non è tra le sole 5 regioni che danno alle donne, l’accesso gratuito ai dispositivi anticoncezionali moderni. Tuttavia, siamo tra le regioni italiane con il maggior utilizzo della pillola contraccettiva e con il minor numero di gravidanze adolescenziali.
La maternità nel Sassarese.
Per quanto riguarda il tasso di fecondità, nel 2024 sono stati registrati 1.412 nuovi nati presso l’AOU di Sassari. Sebbene anche il 2025 indichi un incremento, in provincia il calo della fecondità è ai minimi storici. Come nel resto della Sardegna, le donne diventano madri più tardi che nel resto d’Italia, con una media di 33 anni. Una delle cause che portano a ritardare la maternità anche a Sassari sono gli ostacoli per le donne nell‘accesso al mercato del lavoro e nel raggiungimento dei ruoli apicali.
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Negli ospedali della provincia di Sassari sono in aumento i parti cesarei. Nel 2024, nell’AOU Sassari, i tagli cesarei erano 569, in incremento rispetto ai 523 del 2023. Crescono anche parti in analgesia, passando dai 296 del 2023 ai 351 del 2024. Ciò è attribuibile agli sforzi congiunti della direzione generale e del servizio di anestesia, che hanno reso disponibile gratuitamente questo servizio. Come detto, ad Alghero le madri sono costrette a viaggi per far nascere i loro figli dopo la chiusura del punto nascita. Anche se la condizione femminile, in generale, migliora a Sassari, purtroppo nel territorio sono tante le sfide che vanno affrontate per diminuire il gap di genere e superare retaggi patriarcali.