La situazione della Casa della Divina Provvidenza.
Si aggrava il caso della Divina Provvidenza. La casa di riposo sassarese, secondo il suo vicepresidente, Andrea Pintus, potrà accogliere per uno o due giorni e, se miracolati, ancora per una settimana massimo i 55 ospiti rimasti. Gli altri 20, sono già stati trasferiti in altre strutture. A motivare l’esodo, come preannunciato dallo stesso Pintus con una lettera inviata ai familiari il 24 aprile scorso, le casse vuote dell’ente.
Disponibilità finanziarie inesistenti.
“Le disponibilità finanziarie – spiega Pintus – sono inesistenti perché alcuni lavoratori, senza stipendio da tempo, hanno chiesto il pignoramento di 66 rette su 75″. Impossibile quindi, mancando il 90% delle risorse economiche, proseguire l’attività. E sulla firma apposta sul documento al posto della presidente Vincenzina Biddau Pintus chiarisce: “L’ho fatto perché eravamo nell’emergenza più assoluta ma la rappresentante legale rimane lei, anche se dimissionaria, almeno finché il CdA non esprimerà un’altra figura”.
Si valutano querele.
Il vicepresidente si sta limitando alla normale amministrazione. Intanto Pintus traccia una linea in merito ad alcuni attacchi comparsi di recente sui social proprio contro l’attuale Consiglio. “Il nostro legale sta valutando se procedere con le querele”. Nel frattempo è di questi giorni la notizia di una verifica fatta dai Servizi sociali nella Casa fondata da Padre Manzella. “Normale routine “, riferisce l’assessore Antonello Sassu.