Medici e sanitari no vax, 57 sospensioni negli ospedali di Sassari

La sospensione dei medici no vax del nord Sardegna.

Si stringe il cerchio intorno ai medici e ai sanitari no vax. In arrivo 57 lettere di sospensione dal servizio per altrettanti operatori delle strutture sanitarie del nord Sardegna che non hanno compiuto il ciclo vaccinale. “17 sono destinate ai camici bianchi dipendenti di Ats Sardegna”, dichiara Massimo Temussi, commissario straordinario di Ares Ats Sardegna, comunicando così l’esito delle verifiche compiute dal Dipartimento di Prevenzione Zona Nord nei giorni scorsi.

Le altre notifiche verranno recapitate a 8 medici convenzionati e 32 lavoratori dell’Aou di Sassari. “Per loro scatterà – afferma il commissario dell’azienda ospedaliero-universitaria Antonio Lorenzo Spano – la sospensione immediata dello stipendio“. Con l’aggravio di ulteriori sanzioni, continua Spano, “se dovessimo accertare che questa loro decisione possa determinare dei cluster all’interno dei nostri ospedali “. Ancora lavori in corso invece per i procedimenti di sospensione dei dipendenti delle altre aree sarde. L’Ats sta studiando in questi giorni i documenti di chi non si è sottoposto all’inoculazione nonostante il sollecito, risalente al 6 agosto, proprio dei Dipartimenti di Prevenzione dell’Ats Sardegna.

Sono oltre 700 gli operatori delle strutture sanitarie pubbliche, private e accreditate dell’isola, ancora non immunizzati. Per giustificare la mancata inoculazione ci vogliono specifici motivi sanitari ora all’esame del Servizio di Igiene e Sanità pubblica. Ma c’è anche chi non ha ritirato la lettera: per loro è previsto un ultimatum prima della sospensione. Intanto si lavora per riorganizzare il personale “nei reparti altamente critici”, continua Temussi che lancia un appello agli obiettori, anche alla luce della percentuale – il 90% – dei ricoverati negli ospedali, alcuni gravi in terapia intensiva, e tutti non vaccinati: “L’auspicio è che il personale si vaccini per garantire un sistema sanitario senza rischi per i pazienti”.