I banditi all’assalto della Mondialpol di Sassari.
L’assalto alla Mondialpol di Sassari è stato orchestrato con precisione militare da una banda di banditi ben strutturata, composta da diversi leader capaci di coordinare operazioni rischiose, nonostante il fuoco incrociato di oltre 200 colpi di kalashnikov. Utilizzando armamenti pesanti e dotazioni militari, la banda ha dimostrato una preparazione avanzata, possibilmente acquisita in centri di addestramento, anche al di fuori della Sardegna, come sospettato per la provenienza delle armi.
Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha descritto i criminali come “feroci”, evidenziando il loro intento di sparare per uccidere, segno di una lunga e accurata preparazione. La banda ha mostrato una capacità di aggiornarsi nel tempo e correggere errori, come evidenziato dal loro attacco alla Mondialpol. Utilizzando una ruspa modificata per accedere alla “sala conta” e sacchi industriali più sicuri, hanno evitato rischi di rottura e massimizzato il prelievo di denaro.
Durante l’assalto, hanno creato distrazioni come chiodi sulla strada e auto incendiate, mentre sparavano per coprire l’operazione di prelievo. La banda, composta da circa una ventina di membri, ha agito con precisione e sangue freddo, senza improvvisazioni, fino a ricevere l’ordine di ritirata. Il loro successo immediato suggerisce un piano d’azione ben studiato e un luogo di stoccaggio intermedio, evitando un ritorno diretto nei loro territori di origine.