La barca veniva usata per scopi privati.
I finanzieri della sezione operativa navale di Alghero hanno concluso un’attività di polizia economico finanziaria sui finanziamenti di fondi pubblici comunitari che ha riguardato l’acquisto di un’imbarcazione a vela, del valore di oltre 200 mila euro, da parte di una società con sede nel sassarese.
L’attività imprenditoriale, proposta dalla società agli Organi regionali, prevedeva la creazione di un centro polifunzionale per l’organizzazione di corsi professionali di vela, il noleggio e la locazione di imbarcazioni nonché escursioni, con e senza skipper, all’interno dell’Area Marina Protetta Isola dell’Asinara e, infine, l’assunzione di un giovane di età inferiore a 29 anni.
Per tali proposte, la Società ha poi ottenuto dalla Regione Sardegna il rimborso del 50% del costo dell’imbarcazione, ovvero 103.875,00 euro, perché è risultata aggiudicataria di fondi pubblici messi a disposizione per la realizzazione di un progetto volto alla crescita economica del territorio e basato sul rispetto, la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali di cui alla rete “Natura 2000” e, in particolare, del Sito di Importanza Comunitaria e della Zona di Protezione Speciale dell’Isola dell’Asinara.
L’indagine dei finanzieri ha svelato, però, una realtà totalmente diversa. Infatti è emerso che l’iniziativa economica, ovvero l’acquisto dell’imbarcazione finanziata con fondi pubblici, non era stata innanzitutto realizzata nei tempi e nei modi concordati con la Pubblica Amministrazione in quanto, durante il consistente lasso temporale intercorso tra la data di ammissione al finanziamento e la cessazione definitiva dell’attività commerciale, i responsabili non hanno realizzato in concreto alcuna significativa attività d’impresa ma, soprattutto, non sono state conseguite le finalità previste dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, con la sostanziale distrazione delle risorse pubbliche rispetto agli obiettivi per il quali il contributo era stato riconosciuto.
In pratica, la nuova e moderna barca a vela veniva utilizzata esclusivamente per attività private di tipo turistico-ricreativo e, in numerose circostanze, le fiamme gialle sono riuscite a documentarne finanche la partecipazione a competizioni veliche di carattere sportivo provando, difatti, la mancata realizzazione dell’obiettivo originario, ovvero quello di promuovere lo sviluppo turistico sostenibile delle aree protette e l’incremento dei posti di lavoro previsti.
Tale condotta è risultata del tutto incompatibile con le finalità del bando. Pertanto, i finanzieri hanno proceduto a denunciare i due soggetti responsabili per il reato di malversazione ai danni dello Stato, ovvero per non aver utilizzato, per lo scopo cui erano destinati, i fondi pubblici ricevuti.
Dagli sviluppi delle indagini, nei confronti della società commerciale che gestiva l’unità da diporto, sono emerse inoltre numerose incongruenze ai fini dell’Iva, segnalate all’Agenzia delle Entrate. Sono state riscontrate violazioni amministrative, con sanzioni per oltre 50 mila euro, che hanno già trovato conferma da parte del Tribunale Ordinario di Sassari.
La complessa attività investigativa svolta dalle fiamme gialle ha consentito di svelare che i due soggetti avevano formalizzato un contratto di cessazione di azienda e, di conseguenza, dell’attività dell’imbarcazione, mai comunicato all’Amministrazione regionale sviando, così, l’esercizio delle funzioni di controllo in merito alla realizzazione degli obbiettivi da perseguire grazie al finanziamento ricevuto.
Per tale ragione, la magistratura contabile ha condannato in solido entrambi i responsabili al pagamento, a titolo di risarcimento del danno a favore della Regione Autonoma della Sardegna, della somma di Euro 103.875,00, oltre alla rivalutazione monetaria da calcolarsi a decorrere dalla data dell’erogazione del finanziamento fino alla pubblicazione della citata sentenza.