L’Espresso non deve risarcire il cardinale Becciu
L’inchiesta de L’Espresso sul cardinale Becciu non è stata diffamazione, spetta al porporato di Pattada pagare le spese processuali. Angelo Becciu aveva chiesto un risarcimento di 10 milioni. Non aveva gradito l’inchiesta firmata da Massimiliano Coccia sul periodico del gruppo Gedi al tempo diretto da Marco Damilano.
Il Tribunale di Sassari ha respinto la richiesta di risarcimento da dieci milioni di euro e ha invece condannato il cardinale di Pattada a pagare 40mila euro di spese processuali. Dalla maxi-cifra da devolvere in beneficienza per Becciu è arrivata invece una nuova condanna al pagamento dei costi per il processo. La giudice Marta Guadalupi non ha ritenuto diffamatoria l’inchiesta sulla gestione dei fondi vaticani e sulle dimensioni dell’ex vescovo di Ozieri. “L’interpretazione dei fatti offerta dagli articoli in questione deve ritenersi del tutto lecita nell’ambito dell’esercizio di critica, seppur indubbiamente espressa in modo duro, aspro e polemico”, si legge nella sentenza.
A Becciu spetta pagare anche altre spese processuali per una decisione analoga del Tribunale di Como. In quel caso hanno stabilito che dovrà risarcire le spese processuali a monsignor Perlasca, ex capo dell’ufficio amministrativo della Segreteria dello Stato e alla sua amica, Genoveffa Ciferri. Si tratta di oltre 20mila euro ciascuno. Becciu, inoltre, deve risarcire i danni a Perlasca, testimone-chiave nel processo sui fondi della Santa Sede, di 9mila euro.