L’associazione ‘Insieme con le note del cuore’ sta ospitando sei profughi dall’Ucraina.
Una borgata di Sassari accoglie sei ucraini in fuga dai bombardamenti di Kiev. Due madri, quattro figli – due ragazze e due bambini – arrivati a San Giovanni due settimane fa al termine di un viaggio lungo sette giorni, quattro dei quali impiegati per raggiungere il confine polacco e Cracovia. È l’associazione sassarese ‘Insieme con le note del cuore’ ad aver organizzato la permanenza delle due famiglie in un appartamento della frazione, canalizzando l’impegno congiunto di Caritas, Save the Children, Emergency e il comitato della frazione alle porte di Sassari. “Vogliamo – informa la coordinatrice Alessandra Lai – che vengano rispettati e non diventino fenomeni da circo”.
L’attenzione mediatica sui profughi è infatti massima in questo periodo e per le loro storie in particolare, com’è inevitabile cariche di drammi e disperazione. Una tragedia che traspare dalle parole dei volontari: “Ci stiamo muovendo con molto tatto – spiega l’altro coordinatore Sergio Masia – sono spaventati, anche perché mariti e parenti sono ancora lì. Adesso è importante dare loro un minimo di equilibrio”. Ma l’esperienza del conflitto emerge dalle frasi riferite: “Le adolescenti – continua Alessandra – ci hanno mostrato le immagini girate col cellulare delle bombe nella capitale”. Mentre i bambini, uno di sei e l’altro di otto anni, indicano il cielo della borgata ricordando quello di Kyiv: “Ci hanno detto – riferisce la signora Lai – che dal nulla lassù arrivavano i missili”.
Per le due madri, entrambe insegnanti nella vita di prima, l’approccio è stato traumatico. “Sono arrivate – rivela Sergio – con due zaini e qualche busta che tenevano stretti a sé”. “Ho cercato di aiutarle per il peso – interviene Alessandra Lai – ma non volevano lasciare quei beni dove si era ridotta tutta la loro esistenza”. Ora però, dopo oltre quattordici giorni, il rapporto è completamente cambiato: “Sono persone speciali – affermano i coordinatori – con una grande dignità, che ogni giorno ci dimostrano la loro riconoscenza”. L’associazione e la borgata si adoperano per sopperire ai bisogni materiali dei sei ucraini, anche con una raccolta fondi, e fornendo supporto dal punto di vista burocratico per i documenti: “Il nostro obiettivo però – dichiarano – è che diventino autonomi“. Mentre il futuro per il paese dell’Est è sempre più incerto, gli abitanti che sono riusciti a mettersi in salvo godono della rete di protezione data loro dalla solidarietà internazionale, nazionale e anche di una piccola generosa borgata come San Giovanni a Sassari.