Mascherine introvabili a Sassari e provincia.
Si è aperta una vera e propria caccia alle mascherine, a Sassari, dove la richiesta è diventata un mantra tra le numerose farmacie della città. Attualmente in nessuna è possibile acquistarle e quelle in arrivo in realtà continuano a non arrivare. Questione che si scontra con l’obbligo imposto da diversi comuni nella quale uscire senza protezioni può costare caro.
In città, attualmente, non c’è alcuna ordinanza in tal senso mentre altri comuni si sono già organizzati. Tra questi vi è il comune di Bonorva, tra i primi ad avere inviato i dispositivi di protezione. Su iniziativa dell’amministrazione comunale, era stata recapitata una prima mascherina. A questa se ne aggiungono altre due insieme ad un paio di guanti e un flaconcino di gel igienizzante. Idem nel comune di Ardara, dove l’amministrazione guidata da Francesco Dui ha disposto l’invio di mascherine che implementano quelle già inviate le scorse settimana. Operazione resa possibile grazie all’aiuto di alcuni privati e della Pro Loco.
Va peggio, invece, a Porto Torres dove il sindaco Sean Wheeler ha disposto l’obbligo di utilizzo per le mascherine senza che queste siano state fornite alla popolazione. Perciò è nato un duro scontro con l’opposizione che chiedeva come tutelare i cittadini se queste sono praticamente introvabili.
Per quanto concerne l’utilizzo, di recente il ministero della Sanità ha fatto chiarezza su quali impiegare. Questo in previsione della cosiddetta “fase due”. Le raccomandate sono quelle chirurgiche che hanno lo scopo di evitare la contaminazione dell’ambiente e sono garantite per la resistenza a schizzi liquidi, traspirabilità, efficienza di filtrazione batterica nonché la pulizia da microbi. Le Ffp2 ed Ffp3, invece, vanno utilizzate esclusivamente dai medici o personale sanitario, indossate sotto la mascherina chirurgica.