La canzone contro la violenza del progetto Tulipani.
Storie di violenze domestiche perlopiù quotidiane, consumate in quel focolare che dovrebbe proteggere da tutto e tutti. Persecuzioni di uomini che non si arrendono alla fine di un amore e che tramutano il loro odio e frustrazione in una parola ormai entrata nel gergo comune, stalking, ma non solo. Violenze verbali e psicologiche che vanno in scena in ambienti lavorativi e non, una piaga e una tematica che ha marchiato a fuoco tante vittime come la pedofilia, e l’altra più recente e assurda “moda” del cyberbullismo e porn revenge. Le sottocategorie che si sviluppano dal tema centrale della violenza sulla donna sono tante, troppe e ancorate a un modello di società sempre più incentrato sul dominio del maschio alpha. Ma, come sempre succede, le eccezioni fra gli uomini, intesi qua come genere esistono ed è dalla mente artistica e creativa di un cantautore, cantante, voice trainer e vocal coach di Sassari, Alessio Paddeu che nasce il progetto Tulipani.
Sei artisti hanno prestato la loro voce, la loro immagine e il loro tempo per aderire al progetto musicale che da il nome anche al primo brano nato dalla penna dolce e severa di Serena Carta Mantilla, in arte Serena Carman, già corista di Mario Biondi e Renato Zero, in co-scrittura con lo stesso Paddeu e l’artista hip hop Mattia Uldank, mentre la musica dal taglio pop modern elettronico con un richiamo all’hip hop anni ’90 è stata interamente composta da Serena.
Il brano inizia dolcemente con un sapore malinconico e narrativo, racconta un passato tormentato che troppo spesso alberga nella memoria di queste donne, per poi sfociare in un gioioso ritornello che entra subito in testa volutamente sviluppato come una tenera filastrocca.
“Quando pensai al progetto Tulipani, che prese il nome in seguito alla stesura del brano in accordo con l’autrice, non ebbi alcun dubbio – afferma Alessio, ideatore e direttore artistico del progetto – doveva essere una donna a scrivere di questa tematica, affinché potesse cucirgli addosso un vestito su misura, e l’unica per me in grado di unire professionalità, passione e smisurata bravura, era ed è Serena”.
L’idea di questo progetto nasce in un isolotto delle Maldive dove Alessio ha recentemente lavorato come musicista e cantante. Il brano, integrato anche da un videoclip, è interamente prodotto e girato dagli artisti di Tulipani nella splendida cornice della Butterfly House di Olmedo, ed è stato arrangiato e prodotto da Serena Carta Mantilla, Alessio Paddeu, che ha arrangiato inoltre le parti vocali e corali, e Mattia Uldank nella strofa hip hop che con i suoi profondi, sentiti e taglienti versi ha aggiunto quel pizzico di sale in più al brano conferendogli una caratura autenticamente vintage anni ’90, mentre la registrazione, produzione musicale, mix e master è stata realizzata dal talentuoso producer algherese Valerio Rosati.
Nel videoclip, oltre agli artisti, compaiono tre splendide attrici che rappresentano e incarnano l’evoluzione del racconto di una donna con il passato segnato da episodi di abusi, e sono la piccola Martina Rando, la ragazza dell’età di mezzo Giorgia Manca, e la donna ormai adulta Alessia Pasculli.
La realizzazione del brano è stata possibile grazie alla 31enne Serena Carta Mantilla, originaria di Olmedo, ma residente a Padru e del suo coetaneo Mattia Uldank, di Alghero. Della 28enne sassarese Marta Tedde, della concittadina 34enne Simona Palmieri e del 39enne Alessio Paddeu. Con loro anche JaVir, Gian Battista Virdis, il 34enne originario di Olbia, ma residente a Porto Torres e della 41enne Laura Giordo.
“Doveva e voleva essere un brano tutto al femminile – ci dice Alessio – ma ho volutamente inserito due figure maschili per mettere in risalto anche quelle categorie di uomini che le donne le amano e le rispettano”. Il montaggio video è stato curato da Marco Sini mentre la parte fotografica è stata curata da Lorena Chighini.
“Non c’e nè ci sarà mai alcuno scopo di beneficenza dietro questo primo progetto e in quelli che verranno – conclude Alessio – né di lucro, solo e unicamente voglia di fare musica e un voler lasciare e lanciare un messaggio sempre più forte e chiaro verso questo mondo di violenze e abusi ancora troppo oscuro e relegato ai margini, abbracciando virtualmente tutte quelle donne che li subiscono affinché si sentano un po’ meno sole”.
Al progetto hanno volontariamente partecipato con le loro creazioni messe a disposizione degli artisti alcune realtà importanti della moda porto torrese come l’atelier di moda femminile Piccole Vanità, Frama Boutique, la gioielleria Andolfi, il negozio di abiti maschili New Racing e Am Parrucchieri Centro Degradè di Annamaria Mura e il ristorante piazza Garibaldi di Massimiliano Cilia.