Fiaccolata per la 13enne uccisa dalla mamma, domani i funerali

Chiara Carta

I funerali della piccola Chiara Carta.

A Silì si respira un clima di profonda tristezza e un senso di oppressione dopo la morte violenta e ingiustificata della piccola Chiara Carta, da parte di chi le aveva dato la vita. Stasera, alle 21, si terrà una fiaccolata davanti alla scuola della 13enne, organizzata da i compagni di classe, i professori e i dirigenti dell’istituto comprensivo n.1 di Oristano e domani, giovedì 23 febbraio, alle ore 15, saranno celebrati i suoi funerali dall’arcivescovo Roberto Carboni.

Ieri sul corpo della ragazzina è stata eseguita l’autopsia che ha svelato come è stata uccisa la tredicenne. L’analisi medica sul suo cadavere ha svelato un massacro terribile. La piccola Chiara Carta è morta per un’emorragia, a causa dei 30 fendenti inferti con un coltello a serramanico che hanno raggiunto i suoi organi vitali. La madre, mentre infieriva sul suo corpicino, la teneva stretta alla gola con un caricabatterie.

Dopo aver ucciso la figlia, Monica Vinci ha tentato il suicidio lanciandosi da una finestra del primo piano, senza riuscirci. Ora è sedata all’ospedale San Martino di Oristano, nel reparto di psichiatria, ed è accusata di omicidio volontario. Sarà lei, una volta ripresasi, a spiegare il perché di quel massacro. Un’ipotesi potrebbe essere il fatto che la ragazza, una volta compiuti i 14 anni, avrebbe potuto scegliere con chi vivere. Ultimamente Chiara avrebbe manifestato la volontà di stare con il papà e, di conseguenza, la mamma avrebbe perso sia la figlia, che la casa e l’assegno di mantenimento. Una circostanza che potrebbe essere stata alla base dell’atroce delitto.

La 52enne, affetta da problemi psichici, era stata ricoverata in precedenza e il padre, con un legale, aveva chiesto l’affidamento della ragazza. Purtroppo, però, non è stato accolto perché la mamma è stata dichiarata idonea all’affido della minore. Nessuno poteva immaginarsi ciò che è successo sabato scorso in quella serena distesa di case nella periferia di Oristano dove ora si respira un senso di impotenza e tanti si chiedono se questa tragedia si sarebbe potuta evitare.

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