L’Università di Sassari chiude una biblioteca, il fondatore: ”Pessimo segnale”

Università Sassari

Addio alla biblioteca di storia dell’Università di Sassari.

A Sassari chiude la biblioteca di storia dell’Università di viale Umberto, nel Palazzo Segni. A comunicarlo l’ex docente universitario Guido Melis, che ha fatto l’amara scoperta. Il professore ha parlato di “silenzio generale” nel quale è stata chiusa la sede storia.

L’insegnante, spiega sulla sua pagina nei social, che è stato lui a mettere in piedi la biblioteca, prima di lasciare Sassari nel 1991 per insegnare altrove, svelando he ”si vocifera di digitalizzazione” e he ha intenzione di fare una indagine su chi, quando sarà, potrà ricevere in dono la sua biblioteca privata.

“Per farne che? Non si sa. Forse per integrarla in quella di Lettere, in tutt’altra sede – dichiara Melis sfogandosi sulla sua pagina Facebook -. Ora, io sono andato via da Sassari nel 1991 e ho lavorato altrove (Siena e Roma), ma a quella Biblioteca sono molto affezionato. La mettemmo su, con Antonello Mattone, Giuseppina Fois, Francesco Manconi, Piero Sanna e pochi altri, alle origini del Dipartimento di storia, il primo credo con Chimica che fu creato a Sassari. Una provvida legge prevedeva i dipartimenti, che potevano essere creati per aggregazione di materie o per tema”. Racconta che a Sassari non fu faile perché aluni storici di sciene politiche si dissociarono e finalmente si riuscì a unire gli storici di scienze politiche con quelli dell’allora Magistero, ora Facoltà di Lettere.

”Gli istituti si rifiutarono di spartire con noi i fondi comuni e anche i libri contenuti nelle loro biblioteche che negli anni noi stessi, storici, avevamo concorso a comprare coi nostri fondi personali di ricerca – prosegue Melis -. Mettemmo su casa senza dote. Io fui eletto direttore del nuovo Dipartimento ed ebbi per ufficio un bugigattolo a Magistero.Ci aiuto’ allora quel grande rettore che fu Antonio Milella, un rettore che con quello attuale di Sassari ha in comune solo l’iniziale del cognome. Milella mi porto’ con se’ a Roma al Ministero e ne tornammo con 50 milioni per Storia e altrettanti per Chimica. Poi prese in affitto la sede di viale Umberto e ci assegno’ un cospicuo finanziamento di primo impianto. Mettemmo su un elegante luogo di ricerca e di studio e una biblioteca costituita ex novo. Il collega Mattone ne fu responsabile, ma tutti gli demmo una mano (letteralmente,mettemmo i libri a scaffale impolverandoci). Io andai dall’allora presidente del Banco di Sardegna Lorenzo Idda e ottenni altri 50 milioni coi quali comprammo i microfilm degli atti parlamentari, che a Sassari non erano presenti se non incompleti (sicché si doveva andare a Roma o altrove per poterli studiare). Sotto la guida di Mattone, che chiamavamo per sfotterlo il bibliotecario capo, nacque una bellissima biblioteca non solo storica ma storico-giuridica, che non aveva l’eguale nel nord Sardegna. Un miracolo.Li’ abbiamo scritto i nostri libri e allevato i nostri allievi. Lì si è fatta cultura”.

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