Cambio al vertice in questura a Sassari.
Nella giornata odierna si è insediato il nuovo Questore della provincia di Sassari, Claudio Sanfilippo, già questore di Crotone e Trapani.
Entrato in polizia nel 1989 ha svolto gran parte della carriera in Sicilia. Subito dopo il corso a Roma, presso la Scuola Superiore di Polizia, è stato assegnato alla Questura di Palermo ufficio Squadra Mobile.
Dal mese di settembre del 1991, all’indomani dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi, è stato preposto alla dirigenza della neo-istituita Settima sezione investigativa Antiracket assumendo anche ad interim la reggenza della Quinta sezione investigativa Antimafia. Nel 1996 incaricato di dirigere la sezione “Catturandi” di quella squadra mobile, ha condotto operazioni che hanno portato alla cattura dei più importanti boss della mafia, come i fratelli Brusca ed è stato promosso alla qualifica di Vice Questore Aggiunto per meriti straordinari.
Nel 1998 diviene il Vice Dirigente della squadra mobile palermitana e dal 2001 al 2008 ha assunto la dirigenza della squadra mobile di Genova, ove, nel 2004 è stato nominato primo dirigente. Nel 2008 ha assunto l’incarico di vicario del questore di Parma e nel 2015 è tornato in Sicilia a Catania. Nel 2016 è stato promosso questore di Crotone e nel 2018 a Trapani.
Il Questore Sanfilippo succede a Diego Buso che dopo aver diretto la questura di Sassari per due anni e mezzo è stato collocato in quiescenza.
“Sono felice di essere il nuovo questore di Sassari. Ho sempre desiderato un’esperienza lavorativa in Sardegna e il Capo della polizia mi ha fatto questo dono – ha esordito Sanfilippo -. E’ una terra bellissima, che ho visitato da turista. Ora lo spirito è diverso, come quello di chi viene qui per lavorare ogni giorno. Conosco i problemi della provincia, che sono ben diversi da quelli affrontati nella passata vita professionale come ad esempio a Crotone dove c’era un’importante rete di criminalità organizzata. Oppure a Trapani, dove ci si sta adoperando per la cattura di Matteo Messina Denaro. Realtà diverse, ma la criminalità è sempre uguale”.