L’automobilista che uccise Francesca Mannu patteggia.
Nulla e nessuno potranno riportare indietro Francesca Mannu, e nessuna condanna sarebbe mai stata commisurata per lenire il dolore della loro perdita. I familiari della ragazza di appena vent’anni, rimasta incolpevole vittima di un terribile incidente stradale il 15 novembre 2021 a Caprino Veronese, dove abitava con i genitori, hanno quanto meno ottenuto un po’ di giustizia.
Oggi, martedì 28 marzo 2023, in Tribunale a Verona, all’esito dell’udienza preliminare avanti il Gup Maria Cecilia Vitolla, l’automobilista che ha investito e ucciso la ragazza mentre attraversava a piedi la strada sulle strisce pedonali, Isljam Obiljici, 51 anni, di origini serbe ma residente anch’egli a Caprino Veronese, ha patteggiato la pena di un anno e cinque mesi, con la sospensione condizionale. Gli è stata anche comminata la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per sei mesi. La sanzione già scontata, avendo avuto la patente sospesa fin dal giorno del fatto.
Il tragico sinistro, rilevato dai carabinieri della locale stazione, è accaduto in via Scalette, tratto della Provinciale 29, poco fuori del centro del paese, alle 17.20 come detto del 15 novembre 2021, e la sua dinamica si è potuta ricostruire i modo chiaro e indiscutibile anche grazie ai filmati estrapolati e acquisiti dagli inquirenti dal sistema di video sorveglianza esterna, costituito da due telecamere, della vicina filiale di Caprino della Banca di Credito Cooperativa Valpolicella, che hanno ripreso tutto. A conclusione delle indagini preliminari il Pubblico Ministero della Procura di Verona dott.ssa Elvira Vitulli, titolare del relativo procedimento penale, aveva dunque chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per l’automobilista, iscritto fin da subito nel registro degli indagati, contestandogli, come si legge nella sua richiesta, “di aver causato per colpa” la morte della giovane “con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale e, precisamente, delle generali regole di cautela e prudenza prescritte dall’art. 140 comma 2 del Codice della Strada, e dell’obbligo di fermarsi in prossimità degli attraversamenti pedonali per consentire il transito dei pedoni, di cui al successivo art. 191”.
Il cinquantunenne, infatti, che ha dichiarato di non aver (incomprensibilmente) notato nulla se non dopo il “colpo” (nessuna traccia di frenata, dunque), percorrendo via Scalette con la sua Bmw X5, “non si arrestava ad un attraversamento pedonale investendo con la parte anteriore sinistra della sua auto Francesca Mannu”, che era appunto impegnata ad attraversare la strada regolarmente sulle strisce, caricandola sul cofano e “sbalzandola per circa dieci metri nella corsia di marcia opposta”, dove la ragazza ha avuto l’ulteriore sventura di essere travolta da un altro veicolo che sopraggiungeva, una Renault Koleos, il cui conducente, un quarantacinquenne di Albarè di Costermano sul Garda, non ha potuto nulla per evitarla: a suo carico il magistrato non ha ravvisato responsabilità.
Il resto, purtroppo, è tristemente noto: Francesca Mannu è stata trasportata in condizioni disperate all’ospedale Borgo Trento. I medici avevano tentato di tutto per salvarla, ma i politraumi riportati, in particolare un trauma cranico e conseguente coma post-anossico, erano troppo gravi; il suo cuore ha cessato di battere dopo tre giorni di agonia, il 18 novembre 2021, gettando nella disperazione i genitori, Pietro e Adriana, che hanno perduto la loro unica figlia, il fidanzato Evan e l’amata nonna Maria, che per stare vicino alle figlie e alla nipote trascorreva i mesi invernali a Caprino Veronese per poi tornare d’estate in Sardegna assieme a Francesca, nella loro terra di origine, Sennori, in provincia di Sassari, dove pure la ventenne ha lasciato tanti amici e conoscenti e la sua prematura scomparsa ha destato profonda commozione.
I familiari di Francesca Mannu, che con un grande gesto d’amore, nonostante il dolore, hanno trovato la forza di autorizzare l’espianto e la donazione degli organi della figlia, attraverso gli Area manager Veneto, Riccardo Vizzi, e Sardegna dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già ottenuto da tempo per i propri assistiti l’integrale risarcimento dalla compagnia di assicurazione della vettura investitrice, ma si aspettavano una risposta anche dalla giustizia penale. Che oggi, per quanto parziale, è arrivata e consentirà loro di chiudere almeno il capitolo giudiziario di una tragica vicenda le cui ferite, purtroppo, non si rimargineranno mai più.