I dati sul consumo del suolo a Sassari.
Il consumo di suolo rimane una delle principali criticità ambientali in provincia di Sassari, e il Rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) offre una fotografia aggiornata della situazione per l’anno 2023. Nonostante un lieve rallentamento rispetto al 2022, l’Italia continua a perdere suolo fertile a un ritmo preoccupante, con una media di 20 ettari al giorno trasformati in superfici artificiali. Complessivamente, nell’ultimo anno sono stati coperti ulteriori 72,5 chilometro quadrato, corrispondenti a 2,3 metri quadrati al secondo.
Tra i comuni sardi, Uta si distingue per il dato più elevato, con 105,84 ettari di suolo consumato nel 2022-2023, seguita da Porto Torres (36,86 ettari) e Olbia (31,85 ettari). Nella classifica complessiva delle città sarde, spicca Sassari, con un totale di 4.182 ettari di suolo consumato nel 2023, seguita da Olbia (2.961 ettari) e Alghero (1.716 ettari).
La provincia di Sassari si distingue per dati rilevanti sul consumo di suolo. Nel 2023, la superficie totale consumata ha raggiunto i 28.337 ettari, con un incremento netto di 146 ettari rispetto all’anno precedente e un consumo lordo di 147 ettari. Questo processo ha avuto un impatto diretto sugli abitanti: ogni cittadino ha “perso” in media 596,89 metri quadrati di suolo fertile, con un consumo pro capite annuo di 3,08 metri quadrati per abitante.
La densità del consumo di suolo si attesta a 1,90 metri quadrati per ettaro, un dato che riflette un processo di trasformazione che solleva interrogativi sulla sostenibilità delle politiche urbanistiche e sulla gestione del territorio nella provincia.
Il rapporto, corredato da cartografie e banche dati dettagliate, è uno strumento essenziale per analizzare i processi di trasformazione del territorio. Evidenzia non solo la perdita di suolo ma anche il conseguente degrado del paesaggio e la riduzione dei servizi ecosistemici, fondamentali per la qualità della vita e per la resilienza ambientale.
A livello nazionale, il tasso di consumo di suolo, pur inferiore rispetto al 2022, si mantiene al di sopra della media dell’ultimo decennio (68,7 chilometro quadrato annuali). Questo fenomeno è legato principalmente all’espansione urbanistica e alla costruzione di infrastrutture, spesso in aree precedentemente agricole o naturali.
Il consumo di suolo non è solo un problema ambientale ma anche economico e sociale. La perdita di superfici agricole influisce sulla sicurezza alimentare, mentre la cementificazione aumenta i rischi di dissesto idrogeologico e riduce la capacità del suolo di assorbire CO2. È essenziale un cambio di rotta, con politiche volte a promuovere il recupero delle aree già urbanizzate e a limitare l’espansione incontrollata. In Sardegna, come nel resto d’Italia, il futuro del territorio dipende dalla capacità di bilanciare lo sviluppo economico con la tutela dell’ambiente.