Le chiamate al 118 per i coronavirus.
Scuole e università chiuse. Annullate le partite di calcio e molte delle manifestazioni per il carnevale. Ridotta la mobilità per i residenti dei comuni dove sono stati registrati i focolai. Ce n’è abbastanza dalle notizie che arrivano dalla Lombardia e dal Veneto, dove i casi di contagiati da coronavirus stanno sfiorando i 130, per far alzare l’allarme anche in Sardegna.
Da questa mattina il telefono del 118 delle due centrali operative di Cagliari e Sassari ha iniziato a scottare. Complice anche l’invito rilanciato dalle autorità nazionali a non recarsi al pronto soccorso in presenza di sintomi, sono centinaia le telefonate arrivate che chiedevano rassicurazioni.
Alcuni avevano qualche linea di febbre. Altri una semplicissima tosse. Comunque, molto distanti dai sintomi che il Ministero della Sanità ha diramato (febbre alta prolungata, tosse forte e difficoltà respiratorie) e, soprattutto, lontani da qualsiasi focolaio o possibilità di aver avvicinato chi abbia contratto il virus.
Allarme coronavirus, la Regione alza le misure: potenziati i controlli da chi arriva dalle aree a rischio
Un panico ingiustificato. Innanzitutto perchè in Sardegna non si è registrato nessun caso. Poi, perchè, come spiegano gli infettivologi, la percentuale di contagiati a livello italiano, al momento, è insignificante. La Regione, ad ogni modo, ieri sera, ha alzato le misure. Rafforzando le misure di prevenzione e aumentando i controlli agli arrivi.