Domo Sardinia Russia vuole organizzare dei corsi di italiano rivolti ai profughi dell’Ucraina.
Un corso di italiano per i profughi ucraini a Sassari. Questa l’intenzione dell’associazione no profit e autofinanziata Domo Sardinia Russia nata nel 2019 con lo scopo di fare da ponte culturale tra l’isola e la Federazione Russa. “E senza fini politici – chiarisce il suo presidente Mario Massimo Profili – Noi formiamo una conoscenza, non opinioni”.
Così, covid permettendo, da poco meno di tre anni organizzano corsi di alfabetizzazione al cirillico in città, l’ultimo dei quali appena concluso all’istituto tecnico Devilla con allievi trasversali, dagli studenti al personale Ata ai docenti. “È stato un grande successo – assicura Profili – in appena trenta ore hanno cominciato a declinare i verbi”.
Una riuscita che si spera di replicare con gli alunni dell’Ucraina appena sarà possibile. “Dal consolato ci fanno sapere che le richieste per imparare l’italiano sono tante. Al momento però dobbiamo aspettare gli ostacoli legati al green pass”. Impossibile infatti accedere alle strutture scolastiche senza il passaporto verde di cui sono privi molti, in particolare tra i minori, arrivati dal paese dell’Est. E che, appena si avvierà il corso, si troveranno davanti un’insegnante russa- originaria di Perm, vicino agli Urali – per quanto trapiantata da tempo in Sardegna. Gli imbarazzi dovrebbero essere esclusi. “Non abbiamo discusso della guerra nell’altro corso. Ci siamo limitati a dire che la propaganda spesso deforma le cose”. Per il resto le differenze tra alfabeto ucraino e russo sono minime aiutando in questo a formare le giuste corrispondenze con la nostra lingua.
Qualche diversità di vedute sussiste invece tra i circa settanta tesserati di Domo Sardinia Russia dove “abbiamo il patriota, l’oppositore e chi è equidistante”. Non solo in Sardegna tra l’altro perché l’associazione ha ramificazioni anche a Mosca a dintorni e tanto di responsabile, Sasha Matveev, per la Federazione russa nella capitale. “Loro hanno una venerazione per noi. Appena sanno che sei italiano vogliono subito parlarti”. Chissà però se la sintonia verrà compromessa dalle ultime vicende, le cui conseguenze peseranno anche sul lavoro di tanti sardi impiegati in Costa Smeralda, 1700 secondo le ultime stime, che finiranno a spasso dopo il bando degli oligarchi. E per i miliardari slavi costretti a fare dietrofront c’è poi la gente comune che lascia la patria. “Diverse persone stanno per venire qui. Mi sto occupando dei permessi di soggiorno”. Sui motivi dell’espatrio Profili glissa così come sulla possibilità di intervistarli: “Ci vuole rispetto per i morti, di una parte e dell’altra“. Ora sia per gli ucraini che per i russi sradicati serve ricostruirsi un’esistenza, cominciando dall’apprendimento dell’italiano.