Corso queer all’Università di Sassari, il caso in Parlamento e scoppia la bagarre

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Bagarre in Parlamento sul corso Queer all’Università di Sassari.

Momenti di forte tensione oggi alla Camera dei Deputati, dove il parlamentare del Movimento 5 Stelle Antonio Iaria è stato espulso durante la discussione su un esame universitario intitolato “Teoria Queer e di Genere”, offerto dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sassari.

Il tema aveva già acceso il dibattito nelle ore precedenti, quando il deputato della Lega, Rossano Sasso, aveva inviato una lettera aperta alla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, chiedendole di fare chiarezza sulla questione, da lui definita come una “vicenda molto oscura”. Sasso ha criticato duramente l’inclusione dell’esame nel programma accademico, sollecitando un intervento del Governo che facesse luce su cosa, a suo avviso, fosse una deriva ideologica all’interno delle università italiane.

La discussione si è riaccesa in Aula oggi, con la deputata Francesca Ghirra di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) che ha offerto una prospettiva completamente diversa, difendendo la libertà accademica e denunciando quello che ha definito un “tentativo di ledere il compito di ricercatori e ricercatrici”. Secondo Ghirra, ogni interferenza politica sul lavoro universitario rappresenterebbe un pericoloso precedente per l’autonomia delle istituzioni accademiche.

Le tensioni sono esplose quando, in risposta alla richiesta di Sasso di un intervento della ministra Bernini, l’atmosfera tra i banchi dell’opposizione si è fatta incandescente. Il deputato Iaria ha manifestato apertamente il suo dissenso, portando Giorgio Mulè, che presiedeva la seduta, a richiamarlo all’ordine per due volte. Nonostante i richiami, Iaria ha continuato a intervenire, fino a essere espulso dall’Aula.

Elisabetta Piccolotti di Avs, nell’aula di Montecitorio, ha dichiarato che l’onorevole Sasso è stato più volte protagonista di richieste che tendono a limitare le libertà di insegnamento nelle scuole e università, come gli attacchi all’ateneo Roma Tre, per aver promosso una ricerca sull’identità di genere, ritenendo che ciò è inaccettabile, poiché si tratta di informazioni importanti per i giovani e per costruire un rapporto sano con il proprio corpo, ma anche perché porre dei limiti è un attacco alla democrazia.

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