L’indagine dell’Aspal Sardegna sul lavoro.
Sulla mappa la provincia è colorata di rosso, il colore del sangue, delle tragedie. E forse mai tonalità cromatica poteva essere più azzeccata quella scelta dalla Aspal Sardegna, l’agenzia per le politiche del lavoro, per descrivere l’emorragia occupazionale che ha causato il coronavirus nel territorio.
I dati sono oltre l’allarmante. Nell’ultimo studio pubblicato dall’Osservatorio regionale, che racconta l’andamento dell’epidemia e il suo impatto sul mercato del lavoro, salta subito agli occhi la curva discendente dei primi mesi, proprio quando il numero delle assunzioni sarebbe dovuta tornare a salire trascinata dagli stagionali. In termini assoluti, chiarisce l’Aspal, i Centri per l’impiego più colpiti sono quelli di Olbia, Cagliari, Sassari, Quartu Sant’Elena e Assemini, con in parallelo a quelli a maggior vocazione turistica tra cui Alghero.
Si va dal – 76% di assunzioni di Olbia al – 49% di Sassari. Alghero chiude il periodo con un – 68%, come Castelsardo, Ozieri è a – 43%, Tempio – 59%. In termini numerici Alghero ha fatto registrare – 2.802 assunzioni, Sassari – 4.134, Tempio – 1.190. Il dato di Olbia fa impressione: – 14.477. Il settore più colpito dalla crisi è quello degli alberghi e ristoranti, seguito dal settore delle attività artistiche. Al contrario, tra i settori meno colpiti ci sono i servizi finanziari, l’estrazione di minerali e la manifattura.