L’avvocato scrive ai vertici dell’Aou di Sassari.
Una pec inviata all’Aou di Sassari per sollecitare la predisposizione di protocolli tesi ad assicurare il diritto alla salute, che includa anche l’indispensabile assistenza morale. Su mandato dell’associazione “Sassari si muove“, l’avvocato Alessandra Maria Delrio, ha chiesto al direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera universitaria la riattivazione del diritto di visita ai parenti dei degenti.
“Giunti a 6 mesi dall’emergenza, pur nella piena consapevolezza delle difficoltà cui ha fatto fronte la Vostra Azienda nella gestione dell’inatteso e ignoto virus, nell’interesse della collettività, si è ritenuto di non poter tacere sul disagio patito dai degenti che, lontani dal proprio ambiente familiare, si sono visti, oggi, con l’interruzione delle visite dei parenti, privati parimenti del supporto psicologico, affettivo e morale – scrive la penalista -. Da quanto appreso, non solo è del tutto negato l’accesso a qualsiasi visitatore, ma è consentito interloquire con i medici e con il personale sanitario solo telefonicamente e in una precisa fascia oraria, dalle 12 alle 14, privando quindi i familiari di un’efficace interlocuzione. Infatti, questa possibilità è solo potenziale, poiché i numeri risultano, il più delle volte, occupati”.
Per questo motivo, il legale auspica la realizzazione di un protocollo che garantisca sia il diritto di visita dei parenti per le degenze superiori ai 3 giorni, nel limite di un solo familiare, dotato di dpi ed, eventualmente, anche in possesso di test sierologico, con scaglionamento delle visite, per un tempo di almeno 30 minuti ed in orario concordato. Ad eccezione di minori, disabili e over 65 per i quali si chiede l’accesso sin dal primo giorno, con effettuazione di tampone naso faringeo per ricerca di Sars-CoV-2 e tempi di permanenza adeguati.