La vicenda di Andreana a Sassari.
L’odissea di Andreana Sechi inizia a Posada lo scorso 4 luglio. Andreana, dopo un primo consulto col proprio medico di base, decide di recarsi da Posada, dove resiede, a Sassari, per un ricovero urgente presso la Clinica Oculistica del capoluogo. “Alle 9 mi trovavo già al pronto soccorso oculistico in evidente situazione di emergenza. Avevo un edema che si era diffuso sul mio volto, con interessamento anche dell’occhio sano”, racconta Andreana, rivivendo quei momenti che hanno scandito quella triste giornata.
“Dopo un primo passaggio al pronto soccorso, mi sono recata a piedi all’ospedale civile, dove sono stata sottoposta ad un pre triage come da protocollo. Dopo una lunga attesa posso finalmente accedere ad una prima visita. Il medico ha riconosciuto la mia criticità e mi ha prescritto subito esami urgenti. Alle 13 mi sono finalmente recata al pronto soccorso Oculistico. Lì l’infermiera mi ha invitato ad attendere”, prosegue ancora.
Quel momento lo ricorda bene la signora Andreana: la sala d’attesa era vuota, nemmeno l’ombra di un paziente. Solo lei, febbricitante e dolorante che dopo tanto riesce ad accedere alla vista specialistica. “Ha valutato un intervento chirurgico d’urgenza – continua la donna -, ma intanto il mio edema era sempre più esteso fino ad arrivare al collo, avevo linfonodi che mi provocavano un forte dolore accompagnato anche da mal di testa”.
Finalmente qualcosa sembra muoversi. La paziente viene accompagnata al reparto di Oculistica che si presenta, anche in questo caso, vuoto. “Mi hanno visitato e hanno ritenuto non ci siano i presupposti per un ricovero, tantomeno per un intervento chirurgico d’urgenza. Hanno prescritto una terapia endovenosa, che avevo già iniziato a domicilio”, riferisce.
Non è ancora finita la giornata della signora Andreana, perchè le viene prescritta un’ulteriore consulenza presso la Clinica Otorinolaringoiatria, dove si reca, ma senza nessun intervento decisivo. Delusa e stremata decide di far rientro a casa, da dove continua tutt’ora la sua terapia con antibiotici e cortisone. L’edema per fortuna oggi si è ridotto, ma resta l’amaro per l’assistenza ricevuta.