Sassari e l’emergenza senzatetto: “Per aiutarli servono interventi strutturali”

Clochard Mercato civico

L’emergenza senzatetto a Sassari.

Sono sempre più numerose, a Sassari, le persone senzatetto. La città, stando ai dati Istat, spicca tra quelle col più alto numero di clochard. Il Comune ha tentato diversi interventi, ma il problema resta. Se alcuni vengono aiutati dai Servizi Sociali, altri sfuggono. Non bastano dunque le iniziative di solidarietà, ma si inizia a ragionare di soluzioni strutturali.

“In Consiglio il tema della povertà è stato fatto emergere più volte, soprattutto nel periodo Covid – afferma il consigliere di minoranza, Mariolino Andria -. Non bastano le iniziative di solidarietà. A Sassari vi è una lista di persona che soffrono il disagio sociale a vengono aiutate in maniera costante dai Servizi Sociali. Altre si arrangiano con il Reddito di Cittadinanza“.

Secondo l’esponente sardista, il problema sono gli ultimi, che sfuggono ai Servizi Sociali e alle strutture che potrebbero aiutarli: “Se sfuggono la responsabilità di chi è? Il dormitorio è stato riaperto, ma non è esattamente così. Spesso mancano i volontari e si rischia che rimanga chiuso. L’amministrazione comunale deve ragionare su soluzioni strutturali e non temporanee. Su questo tema c’è grande disorganizzazione e superficialità”.

Nel 2021 le persone senza una casa, in Italia, erano 96.197. Il capoluogo del nord Sardegna, si contende con Cagliari, numeri elevati di persone che non hanno un tetto per ripararsi e un pasto caldo. In città è facile vedere queste persone, prevalentemente uomini e di nazionalità straniera, avvolti da coperte o addirittura c’è anche chi non ne possiede una, usando cartoni per ripararsi dal freddo. Stando all’indagine di Istat, il 38% dei senzatetto è straniero, soprattutto di nazionalità africana con un’età intorno ai 40 anni. Una fotografia drammatica della città, dove è sempre in crescita la povertà con situazioni estreme. Ma, fortunatamente, il fenomeno non è passato inosservato.

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