Enzo Favata ha fatto lo stesso viaggio in treno di Alain Elkann
Il sassofonista algherese Enzo Favata racconta il suo viaggio in treno per la Puglia, alcune analogie e tante differenze con quello descritti da Alain Elkann. Il racconto che ha fatto dei “giovani lanzichenecchi” incontrati sul vagone ha scatenato polemiche e il musicista sardo, avendo vissuto una situazione analoga, ha deciso di dare la sua versione.
Eccola, in versione integrale.
“Mio viaggio in treno per la Puglia con ragazzi vacanzieri a fianco, sullo stesso vagone in prima classe.
“Un treno per la Puglia, con ragazzi adolescenti rigori e Leopardi”
Erano giorni che volevo fare un post su ciò che mi e capitato in un Treno per il Salento in Prima Classe dieci giorni fa. Ma la polemica che imperversa, mi ha motivato a scrivere.
Una strana coincidenza mi ha fatto sedere nella posizione in treno (da cui ho scattato la foto come ricordo indelebile ) probabilmente la stessa di quella di Alain Elkann, dalla quale ha scritto un report orribile sui giovani lanzichenecchi vacanzieri, perdendo l’occasione di scoprire il loro mondo , quello dei ragazzi.
A me invece è capitato l’opposto:
Io e Pasquale Mirra saliamo a Termoli per recarci in Puglia per due concerti per Bari in jazz e troviamo il Frecciarossa stracolmo anche in prima classe, ci sediamo di fronte uno all’altro e di fianco ad un gruppo di adolescenti liceali che vanno verso Gallipoli, con la stessa situazione descritta dal giornalista in abito blu : i ragazzi sicuramente saliti in treno molto tempo prima, parlano senza alzare lo sguardo dai telefonini, mangiando e bevendo, stando sdraiati sui sedili, insomma fanno il loro mestiere di “ragazzi che vanno in vacanza”.
Stessa situazione di tanti ragazzi come me che circa 40 anni fa, viaggiavamo in treno non in prima classe (oggi esistono le promozioni e l’aria condizionata), magari in seconda con finestrini aperti e puzza di treno, quella che ancora oggi ci ricordiamo. Non ci sono più i tascapane militari, pieni di tutto, ne le Superga che incendiavano i piedi. Non ci sono più giornali sportivi o politici, ma i ragazzi che vanno in vacanza sono gli stessi.
Nel mentre che io e Pasquale parliamo di un nuovo brano da suonare, mi capita di buttare lo sguardo sul titolo del libro, che il ragazzo con la maglietta bianca sta leggendo “Giacomo Leopardi I Canti“, resto sorpreso dalla singolare lettura per un diciassettenne, continuando a parlare osservando il gruppo, di fronte a lui vedo un altro amico che continua a guardare il calcio sul telefonino, gli altri due si mostrano foto dai telefoni.
Passa un ora e la situazione di fronte a noi è la stessa della foto, mi viene voglia di chiedere al ragazzo se legge per qualche esame, lui mi risponde con un sorriso “lo leggo perché mi piace“, replico “solo Leopardi ?”
e lui “Come tanti altri scrittori, leggo poesie, amo la letteratura“.
Il ragazzo del calcio replica continuando a guardare rigori “a noi lo legge spesso è figo, ma non è un secchione , poi con questa storia delle poesie le ragazze vanno sempre da lui e noi… zero “, quello a fianco al lettore di Leopardi dice “A me piacciono i film quelli lenti con delle storie intriganti, quelli di azione mi annoiano “
A quello silenzioso appoggiato al finestrino chiedo “E tu?”. “Boh !? Io ascolto musica quella che piace a mio padre” “Quale ?’ “Tutta la musica rock, prog, soul, ma anche Maneskin“.
Da quel momento si apre la comunicazione. Loro guardano curiosi il software di scrittura musicale su cui stiamo appuntando il nuovo brano. Ci raccontano della scuola, della vacanza e delle aspettative di conoscere ragazze in spiaggia. La nostra stazione Brindisi arriva presto e le tre ore e mezzo sono volate via, in quel vagone di prima classe abbiamo fatto un viaggio splendido, arricchito da quei ragazzi spensierati con le loro vite davanti .
Andando via li saluto ed infine faccio l’ultima domanda al ragazzo con la maglietta bianca “che vorrai fare come studi universitari” lui salutandomi “voglio fare lo scrittore“.
In attesa di scendere, sto in piedi di fronte a delle persone. Ma non riesco a trattenere il mio entusiasmo e dico al signore attempato davanti a me “che forza quei ragazzi, uno legge pure Leopardi”. Lui mi risponde sorridendo
“Portavo l’eskimo e leggevo L’Unità, andavo alle manifestazioni. Oggi sono un funzionario del Ministero degli Interni in pensione, chi lo avrebbe mai detto? Sono di Bologna, ma ho conosciuto mia moglie proprio in vacanza da ragazzo in Salento”.
Io rispondo sorridendo
“Alla loro età non avrei mai pensato che sarei diventato un musicista, pensavo a divertirmi“,
il pensionato risponde
“I ragazzi sono come eravamo noi liberi di inventare il proprio futuro, ora lasciamoli fare i ragazzi: è il loro tempo “.
(Enzo Favata in viaggio per la Puglia 15 luglio 2023)”