Epidemia colposa di Covid, potrebbero essere riaperti anche i processi archiviati a Sassari.
La Cassazione apre nuovi scenari sulle inchieste per epidemia colposa di Covid archiviate negli anni scorsi dai tribunali italiani, come il tribunale di Sassari. Con una decisione destinata a fare giurisprudenza, i giudici delle Sezioni Unite hanno stabilito che il reato di epidemia colposa può configurarsi anche con condotta omissiva. Una pronuncia che potrebbe portare alla riapertura di diversi procedimenti archiviati negli anni scorsi, tra cui quelli condotti dalla Procura della Repubblica di Sassari. Si attende la pubblicazione della sentenza per conoscere i dettagli del nuovo orientamento della Cassazione.
Il caso ad Alghero.
Il caso su cui la Cassazione si è espressa riguarda un dirigente sanitario dell’ospedale di Alghero. Secondo la ricostruzione accusatoria, tra marzo e aprile 2020 avrebbe omesso l’adozione di misure collettive e individuali per prevenire il contagio da Covid-19, non assicurando agli operatori sanitari una formazione adeguata sui rischi biologici. Da quelle omissioni sarebbe nato un focolaio epidemico all’interno della struttura.
La questione era stata sollevata dal sostituto procuratore Paolo Piras, che già nei mesi scorsi aveva avanzato una linea simile a quella della Procura di Bergamo. Con l’informazione provvisoria n. 4/2025, la Corte ha risposto in modo netto: “Il delitto di epidemia colposa può essere integrato anche con condotta omissiva”.
Una svolta netta rispetto all’orientamento precedente. Fino a oggi, infatti, molte inchieste si erano concluse con l’archiviazione. Sulla base dell’idea che il reato potesse configurarsi solo in presenza di un’azione diretta. Come la diffusione consapevole del virus. Ma con la nuova interpretazione, rientrano nel campo penale anche i comportamenti negligenti o omissivi da parte di chi aveva la responsabilità di prevenire la diffusione.
Il pronunciamento dei supremi giudici, che nasce da un procedimento del Tribunale di Sassari, modifica lo scenario giuridico e dà nuova forza a indagini archiviate o mai partite. Tra queste, anche la maxi inchiesta della Procura di Bergamo, che aveva coinvolto venti tra dirigenti, politici e tecnici. Ora trova legittimazione in una lettura più ampia del reato.
In attesa delle motivazioni, la decisione rappresenta un potenziale punto di svolta per chi, in questi anni, ha chiesto verità e giustizia sulla gestione della pandemia e sulle sue conseguenze.