L’uomo russo arrestato ad Alghero si difende così in tribunale a Sassari.
“Avevo l’esplosivo in casa, ma mi serviva per suicidarmi”: sarebbe questa la giustificazione che avrebbe dato Andrey Lamakin, l’uomo russo arrestato ad Alghero a fine marzo, alla detenzione di materiale esplosivo presso la propria abitazione, rinvenuto nel corso di una perquisizione lo scorso settembre.
Lamakin, che lo scorso marzo era stato fermato all’aeroporto di Alghero, in seguito a una serie di email particolarmente minacciose inviate a comunità ebraiche di tutta Italia.
Il russo, informatico rifugiato in Italia attualmente residente a Castelsardo, a margine dell’udienza svolta nei giorni scorsi in tribunale a Sassari, ha patteggiato la pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di istigazione a delinquere e detenzione abusiva di materiale esplosivo. Secondo quanto riportato da La Nuova Sardegna, l’uomo avrebbe affermato di aver comprato il materiale necessario a confezionare un ordigno su Internet, ma col solo scopo di suicidarsi. Non essendo riuscito nell’intento, avendo desistito dal compiere l’estremo gesto, sperava almeno di aver attirato l’attenzione della Digos, con l’obiettivo di essere sparato dalla polizia.
Una spiegazione che, alla luce delle farneticanti affermazioni inviate alle comunità ebraiche di tutta Italia, potrebbe anche apparire verosimile o quantomeno coerente, dato che alle minacce e alle istigazioni a delinquere l’uomo allegava sempre anche il proprio indirizzo di casa: “Perché possiate venire voi stessi da me – scriveva il russo – o mandate giù le vostre pedine per essere scuoiate come maiali. Vi suggerisco di venire armati“.
Il giudice per l’udienza preliminare, accogliendo la richiesta del difensore del 37enne russo – con parere favorevole del pm – ha concesso all’imputato di scontare la pena agli arresti domiciliari.