La storia di Fabio Addis.
Fabio Addis ambisce ad essere la prossima icona della pizza nel mondo. Il giovane ha 30 anni e abita nel quartiere di Monte Rosello a Sassari. “Il mio percorso è iniziato la tenera età di 14 anni. Dopo aver conseguito la patente di guida per la moto, attraversavo la strada e mi recavo nella pizzeria sotto casa – afferma il giovane -. Tutto iniziò un po’ per gioco e per fare qualche soldino giornaliero. Però a dire la verità non sono mai stato bravo a fare i calcoli e quindi abbandonai subito la mansione di rider e iniziai a scoprire l’interno della pizzeria”.
Per 3 mesi è stato a fianco di Antonello Luiu, il noto imprenditore sassarese che ha fatto fortuna in America. Ha collaborato all’apertura di una nuova pizzeria, in California, chiamata Garbatella, che richiamava Roma e l’Italia. Lì i prodotti erano selezionati minuziosamente. Dalle farine a tutto il resto. Per quanto riguarda il Made in Italy hanno esportato degli ottimi prodotti, che in alcuni casi vengono copiati.
Ora il sogno di Fabio è quello di far conoscere la pizza sassarese al resto del mondo. E da ambizioso qual è, non esclude di aprire nuovi esercizi commerciali in città. “Ad oggi non ho mai lavorato perché vi è una linea invisibile che condiziona il lavoro dell’artigiano. Un lavoro fatto con la mente, con il cuore e con le mani. Non credo che ci siano distinzione tra passione e lavoro. È un tutt’uno. O almeno per me, il mio lavoro è sempre coinciso con la mia passione”, prosegue Addis.
Il 30enne, che gestisce una pizzeria in via Mores, ha avuto tanti maestri e da tutti ha preso e portato a casa qualcosa, ma è sempre stata una persona che ha creduto in fondo a ciò che faceva. A partire dalla pizza e tutti i suoi componenti. A dargli manforte nel lavoro c’è la moglie Virginia, che ha gestito il locale anche quando lui si trovava dall’altra parte del mondo.
“Ho partecipato a diverse competizioni isolane e nazionali. A Roma ad esempio, riuscimmo con altri colleghi a portare a casa due Guinness world record. Il primo consisteva nel produrre in una sola ora più pizze possibile e il secondo nelle restanti 12 ore. Ebbene, con il primo ho prodotto 1.500 pizze e con il secondo con 12.500 pizze. Da allora ho abbandonato le competizioni per dedicarmi a pieno all’attività che svolgo e che amo. Ora proverò a fare capire agli imprenditori e non il mondo della pizza e che grazie a piccole consulenze si può davvero lavorare bene tra poco sarà a Olbia per una nuova pizzeria ma ancora non mi basta mi impegnerò ancora a fondo per inseguire quel sogno provare ad essere il migliore“.