L’uomo che uccise la moglie ad Alghero non si era nemmeno pentito del delitto.
Arriva la condanna a 30 anni per l’autore del femminicidio di Alghero. La Cassazione ha oggi rigettato il ricorso presentato dai difensori di Marcello Tilloca, che uccise la moglie Michela Fiori, 40 anni, strangolandola in casa il 23 dicembre del 2018, i quali si erano espressi contrari alla condanna inflittali.
I giudici della prima sezione della Suprema Corte hanno accolto l’opposizione presentata dalla Procura e dalla famiglia della vittima e dall’associazione Rete delle Donne, che si erano costituiti come parte civile. L’uomo dovrà anche pagare le spese processuali e risarcire quelle di difesa sostenuta dalle parti civili.
L’uomo uccise la moglie nel loro appartamento di Alghero dove la coppia viveva assieme ai due figli, perché non aveva accettato la separazione chiesta da Michela, in quanto vittima di violenza domestica. Poco prima dell’omicidio, infatti, la donna aveva chiesto aiuto a un centro anti-violenza, a causa dei maltrattamenti di Tilloca.
Per il delitto, il 46enne di Alghero era stato condannato nel 2019 con rito abbreviato dal gup del Tribunale di Sassari a 30 anni di reclusione, condanna poi confermata dalla Corte d’appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari, nel novembre 2020. L’uomo aveva ammesso di aver ucciso sua moglie, ma non aveva mai espresso alcun pentimento nei confronti del gesto efferato contro la vittima. I figli della coppia, entrambi minorenni, erano stati affidati alla nonna materna che vive a Genova.