La riapertura anticipata per il coronavirus.
No alle riaperture a Sassari e più ampiamente in Sardegna. È quanto sostiene la consigliera comunale del Partito Democratico, Carla Fundoni. Dello stesso parere il capogruppo Giuseppe Masala. Mentre Daniele Deiana, ex Lega, si dice favorevole alle riaperture.
“Non abbiamo avuto il tempo di fare un’analisi di quello che è successo perché il Consiglio comunale non si è mai riunito e altri stanno facendo campagna elettorale – ha affermato la consigliera PD -. La favola era quella di una banale influenza. Mentre ieri, in Sardegna contavamo complessivamente 116 decessi. Siamo tra le ultime regioni per numero temponi. E il 24% del personale sanitario è infetto mentre il 40% si è positivizzato in ospedali e case di riposo. Non siamo in grado di accogliere le persone che vengono dal nord, eventualmente lo faremo con quelli del sud“.
La Fundoni ha bollato come inutile l’iniziativa del governatore Christian Solinas riguardante il tampone da effettuare 7 giorni prima dell’arrivo nell’isola. Questo poiché i tempi di incubazione del coronavirus sono di almeno 2 settimane. Le parole sono state ampiamente condivise da Giuseppe Masala, capogruppo dello stesso partito: “Quella di Solinas è una scellerata imprudenza che va in contrasto alla legge. Non possiamo permettere di fare rischiare il popolo sardo e non comprendiamo come il governatore sia passato dalla linea prudente, di grande cautela, mentre oggi è pronto a riaprire tutto basandosi su delle proiezioni che ancora oggi non sono significative”.
A stretto giro di posta è arrivato il commento dell’ex consigliere comunale leghista, Daniele Deiana: “Viviamo una situazione di gravissima realtà. Abbiamo a rischio 10mila posti di lavoro e vi è la necessità di riaprire. Soprattutto a Sassari dove si vive di commercio. La gente muore di fame e questa non è campagna elettorale. Dobbiamo saperci comportare per evitare ricadute, ma dobbiamo riaprire“.