Il decennale della scomparsa di Francesco Cossiga.
Sono trascorsi 10 anni dalla scomparsa del “picconatore” Francesco Cossiga. Nato a Sassari il 26 luglio 1928, la sua esistenza fu per molti aspetti controversa, che tuttavia ha fatto breccia in quanti hanno vissuto la Prima Repubblica. In queste ore sono in tanti a ricordarlo.
Politico, giurista e accademico, Cossiga fu l’ottavo, e più giovane, Presidente della Repubblica, dal 1985 al 1992. Uomo dal carattere forte, divenne ministro dell’Interno nei governi Moro V, Andreotti III e Andreotti IV, dove maturò l’idea di dimettersi in seguito all’uccisione dell’onorevole Aldo Moro. Fu, inoltre, presidente del Consiglio dal 1979 al 1980 e presidente del Senato dal 1983 al 1985. Anno in cui si aprirono le porte del Quirinale. Da presidente della Repubblica conferì ben 5 mandati di Governo ad altrettanti presidenti del Consiglio, quali Bettino Craxi, Amintore Fanfani, Giovanni Goria, Ciriaco De Mita e Giulio Andreotti.
Con la caduta del Muro di Berlino, Cossiga intuì il cambiamento che avrebbe coinvolto, più ampiamente, tutto il sistema politico italiano. Iniziò quindi una fase di conflitto aspro e, volutamente polemico, con il quale si beccò l’appellativo di picconatore.
24 giugno 1985: 35 anni fa Cossiga veniva eletto Presidente della Repubblica
Morì a Roma, al Policlinico Gemelli dov’era ricoverato, il 9 agosto 2010. I funerali si svolsero a Roma, in forma privata, nella basilica dei Santi Ambrogio e Carlo. Successivamente il feretro, avvolto dal tricolore e 4 mori, venne trasportato a Sassari dove venne celebrato un rito di suffragio nella chiesa di San Giuseppe. Infine la sepoltura nel cimitero monumentale, a pochi passi dalla tomba di un altro Capo dello Stato, Antonio Segni.
In queste ore, le massime autorità hanno ricordato la sua figura. A partire dal Presidente Sergio Mattarella: “Ricorrono 10 anni dalla scomparsa di Francesco Cossiga, eletto alla più alta magistratura della Repubblica il 24 giugno 1985, chiamato a svolgere il proprio mandato in una stagione di grandi cambiamenti degli equilibri internazionali e di profonde trasformazioni nella vita civile, economica, sociale del nostro Paese. La sua testimonianza umana e civile, gli ideali maturati fin dalla gioventù, sono parte di quel patrimonio democratico comune che siamo chiamati a trasmettere alle generazioni più giovani“.
A commemorare l’ex Capo dello Stato, è stato anche monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita. “Non c’è dubbio che Francesco Cossiga è stato uno dei protagonisti assoluti della vicenda italiana dal secondo Novecento, nella sua originalità e nella coscienza di una doppia appartenenza: alla Nazione e alla Chiesa, nel solco della tradizione del cattolicesimo liberale, sempre con rigore assoluto e assoluta coerenza – ha affermato il prelato all’AdnKronos -. Mostrava un grande bisogno di incontri personali, di calore umano, di amicizie solide e durature, non disdegnando di fare le ore piccole nel discutere fino a tarda notte: era un narratore instancabile, un grande affabulatore, mai banale e dotato di una particolarissima ironia spesso paradossale e spiazzante“.