La Garante dei detenuti a Bancali: “Troppi psichiatrici, i malati non devono stare in cella”

Sopralluogo della Garante per i detenuti Irene Testa nel carcere di Bancali: “Condizioni disastrose nel silenzio delle Istituzioni”. A colpirla è stato l’elevato numero di detenuti con problemi psichiatrici che sin trovano nella casa circondariale di Sassari. La lista degli episodi è lunga, l’ultimo caso risale a pochi giorni fa. Un detenuto con problemi psichici ha dato fuoco alla cella e si è barricato in bagno. Gli agenti della Polizia penitenziaria hanno faticato per domare le fiamme e liberalo, tanto che due sono stati intossicati.

“Quando entri nella sezione chiamata ‘accoglienza’ destinata ai ‘nuovi giunti’ ma dove in realtà sono allocati prevalentemente i detenuti psichiatrici e appena varchi il cancello – spiega Irene Testa -. Senti un pessimo odore e noti un panino in corridoio, capisci che dentro quel panino non c’è del cioccolato ma escrementi. Comprendi subito che quello che stai per vedere è l’inimmaginabile”.

Irene Testa elenca quantità di persone con problemi rinchiuse lì dentro e quali siano i trattamenti che ricevono nel carcere di Bancali:

17 detenuti in terapia antidepressiva
66 in terapia con ansiolitici
55 in terapia neuro antidepressiva
10 in terapia con fiale
18 bin terapia sostitutiva.
Altri (numero indefinito) senza patologia conclamata ma con tratti disturbanti“.

“E poi esci dal carcere e pensi alle situazioni più gravi – racconta la Garante dei detenuti dopo la visita di stamattina a Bancali -. Al detenuto che mi mostra l’unghia del piede che si è strappato. A quello che dice di aver scoperto le piramidi ma in carcere nessuno gli crede. E non è facile levarsi dalla testa l’immagine del detenuto autolesionista che mi mostra i segni nelle braccia e nel petto completamente affettato. E poi ancora un altro che non sa che fine ha fatto il cane dopo il suo arresto e mi chiede di chiamare il padre per recuperare il cane dal canile. Di soggetti con personalità borderline e bipolari sono piene le celle”.

Il pensiero a chi ci lavora

“E un pensiero va oggi al personale, al direttore, a coloro che lavorano in queste condizioni – commenta Testa -. E fa rabbia l’indifferenza delle istituzioni ad ogni livello che non garantiscono ne il diritto alla salute di chi sconta una pena ne condizioni di lavoro dignitose al personale costretto ad occuparsi di gestire condizioni estreme, difficili, a volte impossibili. Il Governo, il ministro della Giustizia devono affrontare con urgenza il problema dei malati psichiatrici in carcere. Si devono individuare strutture filtro che non siano carceri. Non serve a niente e a nessuno tenere questi malati nelle celle. Occorrono cure e strutture dedicate”.

Durante il suo sopralluogo a Bancali la Garante ha visto da vicino quante persone con problemi psichiatrici ci siano lì e quanto la struttura sassarese venga sfruttata per il carcere duro. “In ultimo, ma non meno grave, è la questione del 41 bis – conclude Irene Testa -. A Sassari sono 92 i detenuti in 41 bis e sul numero delle presenze occorrerà fare un serio ragionamento. Non si può avere la pretesa che la Sardegna diventi il luogo dove scaricare tutte le problematiche della penisola”.

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