Sassari, il caso degli attivisti del collettivo ArtEntu: processo in corso per imbrattamento.
Lo scorso ottobre, dopo una segnalazione, la polizia è intervenuta nel parco tra via Pertini e via Berlinguer a Sassari, dove sei attivisti del collettivo ArtEntu che avevano iniziato a realizzare un disegno sul pavimento, con l’intenzione di abbellire l’area, identificandoli e denunciandoli per l’imbrattamento del posto. Il conseguente decreto penale di condanna comportava una multa di 300 euro – pena sospesa e non menzionata nel casellario -. Gli attivisti lo avevano contestato, esercitando il diritto di opposizione, e chiedendo di essere giudicati col rito del giudizio immediato in tribunale.
Secondo la difesa, la loro azione non era un atto di vandalismo, ma un “abbellimento” dell’area. Il disegno, realizzato dall’artista Leonardo Boscani, che ritraeva uno dei pugilatori che fanno parte della collezione dei giganti di Mont’e Prama. Aveva l’intento di abbellire il parco, secondo gli artisti un “non luogo”, trascurato e poco apprezzato. L’intervento era finalizzato a restituire dignità a uno spazio pubblico abbandonato.
Il processo è iniziato con l’apertura del dibattimento, con i sei imputati – Leonardo Boscani, Maria Paola Cordela, Luigi Laisceddu, Giuseppina Maria Giovanna Mela, Maria Rita Alessandra Delogu e Giuseppe Demartis – tutti assistiti dall’avvocato Roberto Uzzau. Durante l’udienza, il difensore ha sottolineato che non era stata individuata alcuna parte offesa. E ha chiesto di citare come testimone il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, poiché il Comune risulta essere il proprietario dell’area del parco.
Gli attivisti hanno spiegato che l’intento del collettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza contro l’inquinamento e il degrado ambientale, e che avevano agito in buona fede, cercando di valorizzare un’area degradata per invitare i cittadini a valorizzarla come luogo di socializzazione. Come scrive La Nuova Sardegna, la loro azione aveva scatenato reazioni miste, col giudice popolare dei social più incline a difendere l’intento decorativo del collettivo, piuttosto che a condannarlo. Il processo in Tribunale, invece, è ancora aperto.