La donna che guidava il suv a Ittiri ha patteggiato la pena per l’incidente mortale.
Ha patteggiato una condanna a otto mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena e ritiro della patente per due anni, la donna di 55 anni coinvolta nell’incidente che l’11 aprile dello scorso anno causò la morte del diciottenne Sebastiano Pasquarelli. L’episodio, avvenuto nel centro di Ittiri, aveva sconvolto l’intera comunità.
Il giovane, a bordo della sua moto 125, si era scontrato con un SUV Hyundai Tucson all’incrocio tra viale Umberto e via Amsicora, un punto critico caratterizzato da scarsa visibilità. La dinamica dell’incidente, ricostruita durante le indagini, ha evidenziato che la conducente del SUV, svoltando a sinistra, avrebbe omesso di dare la precedenza alla moto. La Procura di Sassari aveva richiesto il rinvio a giudizio della donna, riconoscendo un concorso di colpa della vittima ma attribuendo alla manovra imprudente la responsabilità principale.
La famiglia di Sebastiano si era costituita parte civile. Dopo la sentenza di patteggiamento, i legali hanno dichiarato che la decisione del giudice ha permesso di ristabilire una verità processuale e storica, confermando la responsabilità della conducente. I genitori hanno espresso gratitudine verso i propri avvocati, i consulenti tecnici e la Procura per il lavoro svolto, sottolineando l’importanza dell’indagine nel fare chiarezza sull’accaduto.
Il dramma aveva profondamente segnato la comunità di Ittiri, che si era stretta attorno alla famiglia di Sebastiano nei giorni successivi alla tragedia. Al funerale, celebrato nella chiesa di San Francesco, tutto il paese aveva partecipato per rendere omaggio al giovane. Un’intera generazione di amici e compagni di scuola aveva reso omaggio con gesti simbolici, tra cui il rombo dei motori e magliette con l’immagine del ragazzo.
Sebastiano Pasquarelli viene ricordato come un ragazzo pieno di vita, il cui tragico destino ha lasciato un vuoto incolmabile. L’incidente ha segnato un momento doloroso per l’intera comunità, che continua a serbare il suo ricordo con affetto e commozione.