Un infermiere di Sassari spiega perché non intende vaccinarsi.
Identikit di un operatore sanitario sassarese no vax. Lo traccia lui stesso, “infermiere professionale con esperienza trentennale”, rispondendo a una serie di domande per spiegare la sua scelta. “Non metta il nome e cognome no, però”, il ticket alla base della chiacchierata, che non può che partire dalla madre di tutte le questioni: il vaccino. “Non lo è. Si tratta di un siero in fase sperimentale e non è obbligatorio assumerlo”, scrive il lavoratore aggiungendo che “non può essere sicuro, altrimenti non avrebbero chiesto il consenso informato”. A giustificare il rifiuto della profilassi ci sarebbero presunti “effetti collaterali” legati all’immunizzazione e la possibilità di vie alternative, a detta dell’infermiere, meno insidiose come “le terapie che, se prese nell’immediato, curano al 99% la malattia“.
Ma per i dipendenti della sanità esiste l’obbligo dell’opzione vaccinale che, sempre secondo il professionista, verrebbe sollecitato addirittura “con pressioni e minacce, soprattutto dal medico competente “. Vera o falsa che sia quest’accusa, di sicuro vi sono le lettere di sospensione- 57 soltanto nel nord-Sardegna- recapitate la scorsa settimana da Ats e Aou ai lavoratori sanitari per non essersi fatti ancora iniettare le due dosi del preparato anti-covid: “Ho un avviso in giacenza che ritirerò più avanti, ho già risposto al primo invito col mio medico di famiglia (con certificato di differimento), ma non hanno letto niente “. Intanto ha deciso di farsi tutelare da un avvocato, per “dimostrare in giudizio che questa è tutta una farsa”, orchestrata da “una dittatura politica creata per indebolire il popolo e limitarne le libertà individuali”.
Perdere però il posto di lavoro non lo spaventa: “Ne cercherò un altro ma non posso accettare questo ricatto. Esiste sempre un’alternativa“. Quando poi gli si chiede se le sue posizioni siano anti-scientifiche risponde: “La vera Scienza purtroppo non viene divulgata ma celata”. Autori della falsa informazione sarebbero i media che, prima o poi, “verranno incriminati”. Sul green pass non ci sono dubbi: “È il lasciapassare del tempo dei nazisti”. Un’affermazione in perfetta sintonia con la narrazione no vax, anche se lui non si ritiene tale: “Non ho mai accettato queste etichette, tali definizioni vengono create per dividere il popolo”. Quest’ultimo, nel frattempo, perlomeno quello sardo, rischia di ritrovarsi di nuovo in zona gialla dopo che nell’isola si è superata la soglia massima- fissata al 10%- dei posti letto nelle terapie intensive da parte dei pazienti covid.
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