L’infettivologo di Sassari che fa arrabbiare i no vax

Antonio Pintus è specialista in malattie infettive a Sassari.

Un infettivologo a Sassari contro i no vax. Antonio Pintus, 54 anni, specialista in malattie infettive dal 2000, è uno dei bersagli preferiti di coloro che, in città, si schierano contro il vaccino anti-covid. Abituato a fare prevenzione, ogni tanto interviene sui social per confutare le fake news sul coronavirus generando un vespaio tra negazionisti e obiettori.

Sono una minoranza molto rumorosa – spiega il medico che, da tempo, viene attaccato, in particolare su Facebook, con le accuse più disparate -. Secondo loro sostengo l’immunizzazione perché sarei di una certa parte politica. Ma al virus non importa niente per chi voti”. Un’affermazione ratificata da oltre un anno e mezzo in prima linea dentro un reparto covid: “Abbiamo visto morire tante persone – ricorda Pintus – soprattutto durante la seconda ondata. E il pensiero di queste morti non ti abbandona neanche a casa.”

E se il profilo clinico di molti deceduti conferma la cornice tipica di mortalità da coronavirus- età avanzata e co-morbilità- sono altrettanti i casi di chi si ammala gravemente nonostante la giovane età e l’apparente salute. “Sempre durante la seconda ondata, nel nostro reparto abbiamo visto buttafuori, dee-jay, sportivi. Tutti che, prima, parevano in buona forma fisica”, aggiunge. Denunciare questo stato di cose, e spingere per la profilassi, espone Pintus all’altra ‘imputazione’: “I no vax dicono che vengo pagato dalle case farmaceutiche e che col covid mi sto arricchendo – riferisce il medico -. Niente di più falso. Ho il mio stipendio da dottore e basta. È poi assurdo paragonarmi a virologi di fama come Bassetti e Burioni”. Le precisazioni non scalfiscono però sui social media l’impianto accusatorio che spesso abbandona la sfera medica per concentrarsi su quella privata: “Per chi mi attacca starei approfittando della mia posizione per rimorchiare su Facebook. Una calunnia che non lascerò correre”.

C’è poi chi si è preso la briga di verificare i suoi titoli di studio minacciando di denunciarlo per “abuso d’ufficio della professione” soltanto perché, a parer loro, non aveva il physique du role del medico. Intanto, a livello nazionale, il clima si fa incandescente e si teme che dalle parole i negazionisti passino ai fatti e alla violenza. “Quando torno a casa mi guardo dietro le spalle”, rivela Pintus. Decisamente più numerosi sono però gli attestati di stima e la gratitudine mostrata dalla città e da chi è stato salvato: “La nostra équipe ha ricevuto tantissima solidarietà, regali, lettere commoventi. Tutti hanno capito che noi non applichiamo solo la scienza ma anche l’umanità”.

L’hanno compreso anche alcuni negazionisti, ricoverati e pentiti: “Sono finiti da noi implorando di essere guariti e maledicendo il fatto di non essersi vaccinati”. Non tutti però: “Altri negano perfino di avere il covid. In ogni caso, è bene precisarlo, noi curiamo tutti: pro vax e no vax”. L’intervista non può che concludersi che parlando di campagna vaccinale: “Hanno aderito molti giovani e questo è un segno di speranza”. E delle cure alternative al coronavirus, sponsorizzate da molti obiettori, alcune delle quali vengono contestate da Pintus: “L’ultima moda è assumere l’ivermectina, un vermifugo per equini, contro il covid. Rifiutano il vaccino perché pensano sia pericoloso per la salute e poi si prendono un vermifugo per cavalli?”

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