La Prof di Sassari che dice no al vaccino: “Farò il tampone ogni 48 ore. Tanti come me”

Il rifiuto a vaccinarsi di un’insegnante di Sassari.

Un’insegnante di Sassari contro il vaccino anti-covid. “Non sono la sola in città”, dichiara dopo aver accettato di farsi intervistare a patto di restare anonima perché “è rischioso parlare, ormai veniamo additati come untori”. Da oltre trent’anni lavora in una scuola secondaria di secondo grado e ora si trova ad affrontare forse il momento più complicato della sua carriera. Il 14 settembre riprende il ciclo didattico in presenza e con questo l’obbligo, per i docenti e il personale scolastico, di mostrare il green pass per poter lavorare. “Io farò il tampone ogni 48 ore perché non voglio farmi vaccinare“, afferma la professoressa che poi fa i conti economici di questa scelta: “Tre tamponi alla settimana in un mese fanno 180 euro”.

La situazione dei vaccini.

Come noto, solo le categorie fragili che, per motivi di salute, non hanno potuto immunizzarsi, faranno il test gratis. “Il ministero ha avuto la faccia tosta di farci pagare – continua la docente – noi che a scuola parliamo di inclusione, che dovremmo essere degli educatori. Questa è una discriminazione”. Le soluzioni a quello che l’insegnante ritiene essere “un ricatto” sono mettersi in aspettativa senza stipendio (“come stanno facendo molti colleghi”, assicura) o entrare in rotta di collisione coi dirigenti, preposti al controllo della carta verde, con denunce e diffide oppure ricevere le sanzioni del caso con annessa sospensione dal lavoro. Cedere alla profilassi è fuori discussione: “Sono una salutista da sempre e non prendo medicine. Ho un sistema immunitario forte. Non mi farò iniettare un siero di cui non si conosce neanche la composizione”.

Gli obiettori del green pass nella scuola.

I suoi due figli invece si sono fatti immunizzare e lei si dice “molto preoccupata per loro”. Intanto, secondo la docente, si moltiplicano i professori obiettori al green pass, la maggior parte dei quali riunitisi in canali telegram locali (“Siamo ottanta solo a Sassari”, assicura) , e regionali, (“346 gli iscritti)”. Per non parlare dei gruppi nazionali, come “Scuola per la costituzione”, dove i “ribelli” sono quasi 36mila. Queste le cifre degli obiettori, gli adulti, perché, invece, gli alunni sembrano propendere per la vaccinazione: “Li hanno indottrinati bene, dicendo loro che il vaccino è un obbligo morale”. Ma se il governo dovesse stabilire l’obbligo dell’immunizzazione per tutti i docenti? “In quel caso sarà guerra. Ma io spero che la misura del green pass decada. Non serve a nulla e ricorda le discriminazioni contro gli ebrei del fascismo”. Intanto però il caso vaccini sembra stia lasciando dei segni, a livello emotivo, sul personale scolastico: “Rientriamo in classe come se non avessimo fatto ferie e tanti colleghi sono già in burn-out. Come potremo lavorare in queste condizioni?”

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