Irrompe in una casa per rubare, ma dimentica dentro il suo cellulare.
Un uomo di Sassari ha fatto irruzione in un appartamento privato dopo aver forzato la serratura della porta di ingresso. Il padrone di casa nel constatare l’irruzione di qualche sconosciuto nella propria abitazione, ha rinvenuto un cellulare non suo.
Da questo cellulare sono partite le indagini dei carabinieri intervenuti subito dopo la richiesta di aiuto del proprietario della casa. I carabinieri hanno convocato la persona che risultava proprietaria del cellulare. Ma hanno commesso un errore fondamentale per la procedura penale: gli avrebbero chiesto se fosse lui il proprietario del cellulare. La risposta dell’uomo è stata positiva.
Ma nonostante questo, l’ammissione di essere lui il proprietario del cellulare – con la conseguenza logica desumibile da questo, di essere stato all’interno di quell’appartamento -, non è utilizzabile nel processo per violazione di una norma procedurale che prevede, da parte delle forze dell’ordine che interrogano il sospettato del reato per apprendere da lui informazioni sommarie, l’obbligo di avvisarlo della sua facoltà di non rispondere, di nominare un avvocato, e di avvisarlo che Qualunque cosa dica potrà essere usata contro di lui in un processo.
Pertanto, come si legge sul La Nuova Sardegna, il giudice è stato costretto a rinviare il procedimento a una successiva udienza, per poter ponderare una decisione.