Chi lavora durante l’emergenza coronavirus a Sassari.
Lavorare ai tempi del coronavirus non è semplice. Per questo, a Sassari, in molti si sono attrezzati per affrontare l’emergenza. Dall’edicolante al panettiere, dal farmacista al volontario di soccorso, tutti si sono organizzati per tutelare se stessi e gli altri.
Angela Dessole, titolare dell’edicola in piazza Ruiu, è tutte le mattine alla sua postazione, nonostante la riduzione generalizzata delle vendite: “Vendiamo qualche quotidiano e rivista, ma c’è stato un calo fortissimo. Ad esempio, non vendiamo più giochi per bambini mentre prima li acquistavano in tanti. Restiamo aperti solo la mattina, più che altro per le rese e per sostenere l’Ail che non può far banchetti”, spiega l’edicolante che chiarisce sulle misure di prevenzione attuate nel punto vendita. “Abbiamo installato un vetro in plexiglas per la sicurezza nostra e dei clienti. Questi, sempre molto ordinati, accedono uno per volta benché tanti non dispongano di mascherina o guanti“, conclude.
Anche Carmelo Oggiano, titolare del panificio e pasticceria in viale Amendola ha notato un calo delle vendite. “Per quanto riguarda la pasticceria, il calo è stato del 50%, mentre per l’acquisto del pane il 20%. I nostri lavoratori sono passati da 15 a 12 e ora si alternano durante l’apertura al mattino. Abbiamo disposto nel punto vendita il gel igienizzante, così chiunque vuole può lavarsi le mani. Avremmo voluto installare il vetro di protezione in plexiglass ma non sono riuscito ad averlo”, racconta.
I farmacisti, che da sempre hanno uno stretto rapporto con il pubblico, si sono organizzati per evitare contatti con la clientela e ridurli allo stretto necessario. “Rispettiamo le norme igienico sanitarie attrezzandoci con mascherine, vetri, occhiali e guanti – afferma la farmacista di Pisano, in corso Vittorio Emanuele -. Le persone entrano una per volta rispettando le distanze di sicurezza. Spesso ci chiedono mascherine ma le abbiamo terminate. Le ultime le abbiamo vendute un mese fa. Purtroppo non è una situazione semplice”.
Ma anche i volontari che prestano servizio nelle varie associazioni di trasporto per gli infermi hanno dovuto stravolgere il modo di fare. Se non nella forma, sicuramente nella sostanza. “Dire che l’attività di soccorso sia cambiata dall’inizio dell’emergenza è scontato – afferma Antonio Cherchi, volontario di Sassari Soccorso -. La nostra sede è sempre stata pulita ed ora lo è sicuramente molto di più. La giornata, con l’inizio delle operazioni, invece è rimasta invariata. La buona riuscita di un intervento dipende dai presidi, mezzi e organizzazione dell’equipe svolgendo l’intero riassetto del mezzo di soccorso. E’ quando riceviamo la chiamata dalla centrale operativa che le nostre dinamiche subiscono uno stravolgimento. Infatti nel minor tempo possibile dobbiamo indossare mascherine, occhiali e due paia di guanti, anche perché non possiamo sapere chi è positivo al Covid-19 e chi no”.