Una giornata a Li Punti, borgata alla periferia di Sassari tra buche e strade pericolose.
La salute interna di Li Punti denuncia gli stessi disvalori della Sassari, o della Sardegna, di cui è periferia. “Dimenticata – rimarca Giovanni Farina, neopresidente del Comitato di quartiere, e cicerone della visita odierna insieme all’autoctono e consigliere comunale Marco Dettori – dimenticata e con strade da terzo mondo”.
Il dito punta verso il principio di via Vittorino Era- uno dei tre ingressi del rione, trecento metri di buche e solchi che intorno all’intersezione tra via Lenci e via Bruno si schiariscono in un limpido e immacolato manto. “Ma è un incrocio pericoloso – spiega l’esponente di Futuro Comune – dove le macchine vanno in confusione e, oltretutto, corrono troppo veloci”. Carrozzerie a rischio ma soprattutto pedoni e, ancor peggio, i bambini del vicino VII Circolo, con la materna e le elementari a specchiarsi poco più avanti dai rispettivi marciapiedi. A proposito di scuole, di recente una luce accesa in piena notte nel plesso di via Unida aveva fatto gridare subito al ladro o all’occupazione abusiva: “In realtà – tranquillizza a posteriori Dettori – erano gli operai del Comune che testavano l’impianto elettrico”. Opzione così ovvia da esser subito scartata, tanta è la sfiducia nell’umanità in tempi di social.
Le strade tornano protagoniste delle lamentele comuni, in particolare delle sospensioni, quando si raggiunge l’ingresso di Li Punti da Predda Niedda, oggetto di un recente restyling. “Hanno messo del bitume a freddo – sottolinea Marco, che ha segnalato più volte la gruviera del tratto viario – non durerà molto”. Permane invece intonsa da mesi una buca simil cratere in via Pala di Carru, così come la sfilza di tombini infossati lungo via Camboni e l’asfaltatura arlecchinesca frutto, ci riferiscono, di un lavoro scoordinato temporalmente di Open Fiber e Abbanoa, in via Medaglia d’Oro mentre nella limitrofa via Carboni tracce del passaggio delle benne marchiano la strada come un tatuaggio. Il paesaggio di viuzze e vicoli si apre poi sulla “dorsale” di via Camboni che si allunga fino a piazza Cominotti dove campeggia l’isola ecologica inaugurata a novembre 2021. “Guarda qua – indica Farina – è nuova e cola liquame da giorni”. In effetti una scia scura parte dall’angolo dello scomparto del secco per distendersi lungo due metri.
Dal futuro della raccolta dei rifiuti al passato del poggio di Montalè, in cima a via Medaglie d’Oro, il passo è breve. Le due domus de janas, patrimonio dell’Unesco, sono ancora chiuse: “E’ un paradosso – rivela Marco Dettori – visto che la rete museale Thamus è aperta”. Di fronte l’ampio uliveto dietro i bomboloni del gas fanno suonare il campanello d’allarme per chi abita accanto: “E’ tutto incolto – ci informa una residente – da anni. Basta una scintilla qui e finiamo nei guai”. Ma l’Sos principale per Li Punti arriva dall’ex 131, ora via Domenico Millelire, da cui partono gli accessi alla borgata. Troppi i morti e gli incidenti negli ultimi dieci anni: “L’abbiamo detto e ridetto – sottolinea Dettori – ci vogliono le rotatorie”. Intanto nel sottopassaggio che fa da cerniera sotterranea alla via manca la luce. “Ma un nostro conoscente – afferma Giovanni Farina – sta pulendo e pitturando tutto”. Il singolo o i singoli come valori aggiunti di una regione, di una città come Sassari e anche della borgata di Li Punti.