L’incarico a Mario Draghi.
“Un governo di alto profilo”, ha detto il Presidente Sergio Mattarella, appellandosi ai partiti. Da qui il capo dello Stato ha convocato l’ex presidente della BCE Mario Draghi al Quirinale per conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo. Ma cosa succede ora? Quali saranno i prossimi passi? L’articolo 92 della Costituzione Italiana recita: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri“.
Quindi Mattarella conferisce l’incarico a Draghi di formare un nuovo governo, il quale accetta con riserva. Da qui Draghi inizia il suo giro di consultazioni per la scelta dei ministri che presenterà, poi, una volta sciolte le riserve al Presidente della Repubblica e poi al Parlamento. Mattarella dovrà firmare tre importanti decreti: la nomina del presidente del Consiglio (firmato e controfirmato dal presidente del Consiglio stesso), la nomina del singoli ministri (controfirmato dal presidente del Consiglio), l’accettazione delle dimissioni del governo uscente, quindi quello di Giuseppe Conte, (anche questo controfirmato dal presidente nominato)
Il nuovo governo dovrà quindi prestare giuramento secondo la formula rituale stabilita. Da questo momento tutti i ministri si assumono le proprie responsabilità. Entro dieci giorni dalla nomina il governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia. Il voto deve essere motivato dai gruppi parlamentari. Una volta ottenuta la fiducia, il nuovo governo può iniziare il suo mandato. Una strada che non sarà completamente in discesa quella di Draghi, visti i vari distinguo dei partiti di queste ore. Se fallisse la possibilità di formare un governo sotto il nome dell’ex numero uno della BCE probabilmente non resterebbe che andare ad elezioni anticipate.