Una medico di Sassari non può andare a Parigi.
Un sardo a Parigi? Non s’ha da fare, soprattutto in tempo di covid. Ha dell’assurdo la disavventura capitata a Noemi Sanna, medico sassarese, in transito ieri da Fertilia verso la capitale francese per motivi familiari. Una traversata interrotta a metà, nello scalo di Fiumicino, per il motivo più improbabile: “Mi hanno detto che essere vaccinata non basta per l’espatrio. Ci vuole anche il tampone”, rivela la signora, già immunizzata con la seconda dose. Una doccia fredda non anticipata da nessuna delle tante voci spuntate per l’autocertificazione e il check-in online. “Ad Alghero non ho avuto problemi. Mi hanno augurato buon viaggio per Parigi”, racconta.
Le ultime parole famose perché, appena un’ora dopo, le addette Alitalia sono costrette a fermare la signora Sanna. “Hanno chiamato chiunque, pure la Farnesina. Niente da fare”. Non è dato sapere, al momento, se la clausola sia frutto soltanto della proverbiale “puzza sotto il naso” dei cugini d’Oltralpe o, come ipotizza la malcapitata, una dimenticanza del burocrate di turno. “Sono loro che decidono delle nostre vite”, accusa la psichiatra del capoluogo turritano che, in passato, è stata anche consigliera regionale.
E proprio come studiosa delle malattie mentali riscontra una certa pazzia nella gestione dell’emergenza pandemica: “Troppa emotività e poco raziocinio”. E che ci sia del metodo nella follia lo dimostra anche che l’esito del tampone deve essere trascritto in inglese, francese e spagnolo. “L’italiano non è contemplato”, evidenzia la signora, nonostante le quotazioni in rialzo del nostro paese nelle cancellerie europee con Draghi premier.
E se l’Italia conta poco figuriamoci la Sardegna. “L’isolamento è il nostro vero problema. E quello che sto vivendo è l’ennesima dimostrazione”. Intanto, ieri notte, dopo oltre dodici ore a Fiumicino, Sanna ha potuto fare ritorno a Sassari potendo contare su poche certezze, tranne una. “La prossima volta dovrò vaccinarmi anche contro l’assurdo”, scherza ma non troppo.