Nuova istanza di accesso civico.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico lancia l’allarme sulla presenza di metalli pesanti alla foce del Rio Irvi – Piscinas che e sul rischio ambientale e sanitario della zona.
Il Comune di Arbus aveva esposto le “valutazioni effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità sugli arenili del SIN Sulcis Iglesiente Guspinese, tra cui quello di Piscinas, relativamente al rischio sanitario a causa della concentrazione di metalli derivanti dalle lavorazioni minerarie ed in particolare arsenico, cadmio, piombo e zinco” e dispensa serenità per i bagnanti e un po’ anche per i residenti.
Infatti, in base all’ordinanza sindacale n. 35 del 26 agosto 2019, “l’arenile può essere usufruito in assenza di rischio per un periodo di giorni complessivi, anche frazionati. Nello specifico 150 giorni nel lato sud, 90 giorni nel lato nord e 60 giorni nella parte centrale compresa tra la foce del Rio Piscinas e quella del Rio Naracauli”.
Già con ordinanza del sindaco di Arbus nel 1998 veniva disposto a carico della Società Italiana Miniere – SIM s.p.a.(ora I.G.E.A. s.p.a.) la bonifica ambientale dello scarico inquinante e del letto del corso d’acqua, ma gli interventi sono tuttora ineseguiti.
“Per risolvere il problema del grave inquinamento ambientale – fanno sapere dall’associazione – venne finanziato uno specifico impianto di trattamento delle acque con un importo di euro 981.268,11 da parte della Regione autonoma della Sardegna. L’impianto è stato successivamente realizzato nel 2007-2008 dalla Provincia del Medio Campidano, ma si ignora sia il grado di funzionamento che l’efficacia, visto il perdurare dei fenomeni di inquinamento. Da successive richieste del Comune di Arbus alla Provincia del Medio Campidano l’impianto non sembrerebbe esser mai stato attivato”.
Dopo la richiesta delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra la L’A.R.P.A.S. – Dipartimento di Cagliari aveva comunicato i risultati delle analisi effettuate nel corso d’acqua del Rio Irvi – Piscinas, e nel mare prospiciente la foce riguardo lo scarico di acque inquinate da metalli pesanti dal pozzo minerario dismesso di Casargiu, nel Comune di Arbus.
Sono stati effettuati i campionamenti “delle acque provenienti dalla galleria mineraria presente in località Casargiu delle acque provenienti dalla seconda galleria situata nel promontorio che ospita la miniera di Casargiu” e “3 prelievi di acqua di mare prospiciente la foce del Rio Piscinas”. Inoltre, l’A.R.P.A.S. – Dipartimento di Cagliari effettua controlli mensili per la salvaguardia della salute pubblica.
“I risultati sono stati drammatici – commenta l’associazione Gruppo d’Intervento Giuridico – nei tre campioni di acqua di mare è stato riscontrato un contenuto di Cadmio superiore allo standard di qualità.
“Inoltre, nei due campioni di acqua proveniente dalle gallerie è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti”: Ferro fino a 223900 μg/l, Manganese fino a 56960 μg/l, Zinco fino a 680500 μg/l, Cobalto fino a 1450 μg/l, Nichel fino a 2375 μg/l, Arsenico fino a 90 μg/l,Cadmio fino a 1100 μg/l e così via”.
Ne marzo 2016 ad Arbus si era tenuto un dibattito pubblico riguardo il pesante inquinamento determinato dalla fuoruscita di metalli pesanti dai cantieri minerari dismessi di Casargiu, sempre nel territorio comunale di Arbus: l’allora amministratore delegato della società regionale Igea s.p.a. Michele Caria affermava che “quel fiume che nasce da Casargiu e arriva fino alle dune di Piscinas trasportando il suo carico di metalli pesanti continuerà a uscire inesorabilmente dal sottosuolo. La cosa da fare è impedirgli di arrivare a Piscinas”.
“Alle parole, le ennesime, finora non è seguito alcun intervento risolutivo. I tenori di metalli pesanti attuali non potranno essere molto diversi. Oltre all’inquinamento ambientale e ai rischi sanitari sono evidenti i riflessi anche riguardo alla balneabilità del litorale” commenta l’associazione.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus inoltrerà nei prossimi giorni una nuova istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche competenti per la reale bonifica ambientale di corsi d’acqua, litorale, dune interessate da un inquinamento tanto duraturo quanto frutto di lassismo e incuria, nonché azioni finalizzate al risarcimento del danno ambientale e all’accertamento delle responsabilità.