Le indagini sulla morte di Antonio Fara.
Un sospettato o un testimone chiave per la morte di Antonio Fara, il 47enne trovato esanime, questa mattina, con una ferita alla testa, nella sua abitazione di via Livorno a Sassari. I carabinieri hanno setacciato, questo pomeriggio, la zona tra il mattatoio, viale Dante, piazza Monica Moretti e il parcheggio multipiano vicino.
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Le indagini si sono spostate poi nelle zone vicine. Non risulta, al momento, che sia stato effettuato alcun fermo. Intanto procedono le indagini per appurare quel che è accaduto in via Livorno. Sul posto i Ris hanno proceduto alle analisi del caso soffermandosi anche, oltre alla casa del Fara, sul cancello d’ingresso. Dai primi accertamenti, svolti in mattinata, la porta principale dell’abitazione è risultata chiusa dall’interno, mentre su quella posteriore ci sono evidenti segni di effrazione.
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Il presunto omicida sarebbe scappato da questa uscita dirigendosi verso via Napoli. A scoprire il corpo della vittima il figlioccio di Fara che, allarmato dall’assenza della vittima sul luogo di lavoro – il bar Sechi, in via Luzzati, di cui il Fara era cogestore – e dal fatto che non rispondesse alle chiamate ha allertato i vigili del fuoco. Sfondata la porta la scoperta del cadavere riverso sul pavimento e con una ferita sulla testa, accertata in seguito dal medico legale. Sul posto, oltre ai carabinieri del comando di Sassari, anche il pubblico ministero Giovanni Porcheddu.