La morte dell’operaio Antonio Masia.
La morte di Antonio Masia, il 53enne responsabile della cernita presso l’impianto di smaltimento rifiuti di Truncu Reale, e l’incendio che ha distrutto l’area rimangono senza la prospettiva di un processo.
Il procuratore di Sassari ha richiesto l’archiviazione delle accuse per le cinque persone coinvolte nelle indagini, compresi F. M. S. e L. A., accusati rispettivamente di omicidio colposo e di omicidio volontario. Nonostante gli indizi gravissimi, la mancanza di prove definitive impedisce di portare avanti un processo.
Nonostante i vigili del fuoco e i carabinieri del Noe abbiano individuato tracce di dolosità nell’incendio, la Procura non è riuscita a identificare i responsabili. Anche le accuse di inquinamento sono state rigettate, non essendoci criticità riscontrate nei campionamenti dell’Arpas.
La vedova di Antonio Masia, chiede solo di conoscere la verità sulla morte del marito, ma purtroppo la mancanza di prove concrete impedisce di fare luce su quanto accaduto. Così, senza un processo, la verità rimane celata e la giustizia per un lavoratore morto sul posto di lavoro resta irraggiungibile.